Provincia, dipendenti in agitazione: «Dialogo, altrimenti scioperiamo»

I lavoratori, senza salario accessorio dal 2013, contro la linea dura di Villa Recalcati e i super premi per i dirigenti

Proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori della Provincia di Varese che chiedono innanzitutto un incontro urgente davanti al Prefetto, pianificano attività di informazione e sensibilizzazione (nel prossimo Consiglio provinciale e in Assemblea dei sindaci) e minacciano lo sciopero «se non sarà riaperto realmente il tavolo sindacale».

Questo il piano d’azione e di protesta approvato all’unanimità dall’assemblea del personale dell’Ente convocata dai rappresentanti delle Rsu. A scatenare la reazione compatta dei dipendenti la linea dura decisa dall’amministrazione di Villa Recalcati «che ha chiuso ogni relazione sindacale e continua ad agire unilateralmente malgrado le richieste dei lavoratori e i crescenti problemi dei servizi ai cittadini», si legge nella nota diffusa dalle Rsu e sottoscritta da tutte le sigle sindacali coinvolte: Fp Cigl, Fp Cisl, Uil-Fpl e Cisal.

Contestati innanzitutto i super premi riconosciuti ai pochi dirigenti rimasti: «Mentre i dipendenti non ricevono il salario accessorio dal 2013 – scrivono nella nota diffusa ieri – la delibera presidenziale del 7 marzo ha approvato il contratto ai dirigenti assegnando un premio di 303mila euro per il solo anno 2016 a 2 dirigenti restanti (e per 5 mesi di lavoro ad altri due dirigenti ora in pensione), con una media oltre 100mila euro annui a testa».

«Come se i due dirigenti fossero gli unici a lavorare nell’Ente», scrivono sarcasticamente i delegati Rsu ricordando come ogni cittadino possa verificare giornalmente il lavoro «dei cantonieri e dei tecnici sulle nostre strade, degli uffici scolastici e dell’ambiente, della rete bibliotecaria, della vigilanza faunistica e della protezione civile, dei centri di formazione professionale e degli operatori dei centri per l’impiego».

Proprio i dipendenti dei Centri per l’impiego e dell’Agenzia formativa sarebbero particolarmente a disagio. I primi per la «scarsità di personale a fronte di carichi di lavoro sempre crescenti dovuti alla crisi del mondo del lavoro». Mentre sull’Agenzia formativa pesa l’incertezza scatenata dagli ultimi bilanci approvati e dalla «totale mancanza di informazione e confronto sul futuro dell’Agenzia, che garantisce l’obbligo formativo alle fasce più deboli della nostra provincia».

A scatenare dubbi sono le basi della sostenibilità di questa azienda «che pare poggiare solo su entrare legate a doti scuola e sovvenzioni provinciali, senza cespiti immobiliari propri e quindi con poche garanzie per il futuro dei dipendenti che vi transiterebbero», si legge nella nota sindacale che esprime «solidarietà» per la scelta di autosospendersi del consigliere Luca Paris, delegato al personale.