Quando Lady Diana venne a Laveno: «Gentile e unica, era già una regina»

Vent’anni fa moriva tragicamente la principessa del popolo. Nel 1985 con Carlo visitò il Varesotto

È la tarda mattina del 21 aprile del 1985 quando la principessa triste, Lady Diana arriva all’imbarcadero di Laveno. Gli occhi sono tutti puntati su di lei. I giornalisti aspettano impazienti a lato dell’imbarcadero. Finalmente i reali arrivano, scortati da dodici motociclisti della stradale. Attraversano via Porro, giungono nella piazza Spinelli, su cui è stata posta un’aiuola di fiori ricercati e profumatissimi. Nella piazza, la Maserati corazzata, targata Modena, su cui viaggia Diana Spencer, però, non si ferma, a salutare la folla. La gente cerca di indovinare il suo volto, frugando nella macchina reale. Poi, finalmente, i principi scendono dalla Maserati.

Lady D, magrissima dopo la seconda gravidanza, indossa un lungo tailleur blu scuro, le spalline secondo la moda, una camicia bianca e un’elegante borsa a mezzaluna, con tracolla bianca. Al suo fianco, il principe Carlo. La visita a Laveno fu una toccata e fuga, ma ogni cosa doveva essere seguito un rigidissimo protocollo, come ci racconta il sindaco di Laveno, Ercole Ielmini, oggi di nuovo in carica: «La principessa Diana e il principe Carlo sono stati a Laveno circa quindici minuti al massimo,

ma la visita era programmata da tempo, da mesi c’erano riunioni in prefettura e sopralluoghi delle forze dell’ordine, non possiamo dimenticare il pericolo del terrorismo di allora; ricordo che nemmeno mia moglie poté prendere parte alla visita, e nessun altro membro dell’amministrazione comunale eccetto me, cioè il primo cittadino. Non ho mai visto uno schieramento tale di Forze dell’Ordine, con i soldati della Polizia di Stato in cima ai palazzi di Laveno a controllare.

Del resto la principessa Diana era la futura regina, non una donna qualsiasi. E poteva benissimo diventare la regina d’Inghilterra, così gentile e disponibile». Si ricorda cosa le disse? «Voleva informarsi, mi ha chiesto quali erano le caratteristiche del posto, da dove venivano le azalee, i rododendri che ornavano la piazza».

Il sindaco Ercole Ielmini le fece dono di una ceramica dello scultore lavenese Albino Reggiori, come dono simbolo del paese della ceramica. Come mai fu scelta Laveno per il passaggio dei reali britannici?

«I principi venivano da Gallarate, dove avevano fatto visita ad una industria aereonautica e andavano in visita, per pranzo all’Isola Bella, ospitati dalla famiglia Borromeo. Ma non conosco le vere ragioni della scelta. La decisione fu presa agli alti livelli, fa parte dei segreti di Stato che nessuno conosce». L’emozione, tra la folla davanti all’imbarcadero, era tangibile, come ricorda il giornalista Claudio Perozzo, storica firma del giornalismo locale allora cronista di TeleVerbano, a cui dobbiamo le riprese che immortalarono il grande evento: «La principessa sembrava piuttosto timida e molto frastornata dalla presenza di tutta questa gente». Poi Diana e Carlo calcano il tappeto orientale e salgono a bordo del maxi aliscafo della Navigazione Lago Maggiore Enrico Fermi, e salpano alla volta dell’Isola Bella. I due reali salutano Laveno, dalla poppa del battello. Dalla poppa dell’Enrico Fermi, Diana regala un sorriso timido e saluta brevemente con la mano, è il suo addio a Laveno. A bordo dell’aliscafo, per la principessa triste, un mazzo di mughetti colti nelle valli varesine, un candido fiore delicato, da curare con amore.

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