Quel graffio che non esiste in natura. Ed il mondo è subito un posto migliore

Il commento di Federica Artina

Forse non è vero che la musica può cambiare il mondo. È però innegabile che lo renda sempre un posto migliore. Come ieri a Varese e Gallarate, dove la musica si è incredibilmente e prepotentemente appropriata delle strade, delle piazze, dei cortili. La Musica con la maiuscola, ci permettiamo di dire. La musica frutto di sacrifici, passione autentica, quella musica che viene da dentro e che quando raggiunge chi ha davanti provoca sempre qualcosa. Di bello. Di grande. Di potente.

Quanto bisogno hanno le nostre città e il mondo intero di più Musica. Quanto è bello che nell’era delle note liquide, che basta un click e chissenefrega di cosa ci sta dietro, si voglia ancora celebrare la giornata mondiale del vinile. Quel supporto che le nuove generazioni guardano con sospetto o più spesso non guardano affatto. Quel disco di plastica che no, non è paragonabile come qualità del suono prodotto ai modernissimi supporti digitali. Ma, Dio,

quanto è indimenticabile e irripetibile per chi l’ha provato il brivido della testina che inizia a scorrere sul disco in attesa che inizi la traccia… producendo quel rumore che non esiste da nessun’altra parte in natura. Quanto erano autentiche quelle voci, con tutti i loro graffi, i loro colori, il loro calore. Quanto lo erano e quanto lo sono e lo saranno finché ci sarà chi non si vuole arrendere, chi crede ancora nella verità di un’emozione. Chi crede ancora nella Musica.

Pink Floyd, Bruce Springsteen, David Bowie, Vasco: questi i vinili in edizione speciale più ricercati ieri nei nostri negozi. A riprova del fatto che la veridicità della grandezza di un’artista è immortale, e prescinde da ogni moda e modo.

Sì, tutti devono crederci di più nel Record Store Day. E no, noi non siamo l’America. Ma se nessuno muove il primo passo le rivoluzioni difficilmente possono scatenarsi. E allora alziamo il volume, per una sacrosanta volta.