Resa dei conti nel Pd di Varese. Galimberti espone i risultati

La riunione dei democratici si è svolta ieri sera. Tensione iniziale, ma alla fine non c’è stato nessun “processo”

– Molta tensione. E una serie di “conti” da regolare. Il Partito democratico, ad un anno dalla storica vittoria alle comunali di Varese, si ritrova a dover fare i conti con forti divisioni interne. Problemi che hanno di fatto sempre contraddistinto le amministrazioni varesine negli ultimi vent’anni. Con la differenza che se anche il centrodestra era spaccato, le “beghe” interne non indebolivano la compagine amministrativa più di tanto, perché il tessuto sociale varesino è sempre stato di centrodestra. E anche nei momenti di maggiore crisi delle due giunte guidate dall’ex sindaco leghista Attilio Fontana, l’allora opposizione di centrosinistra non era in grado di sfruttare queste debolezze per tentare la spallata.

Non che oggi l’attuale opposizione di centrodestra sia in splendida forma, ma visto che l’avventura amministrativa del Pd è solo agli inizi, per la prima volta dopo oltre vent’anni, queste divisioni possono incrinare la stabilità dell’amministrazione più di quanto si possa pensare.

L’assemblea degli iscritti del Pd si è aperta ieri sera poco dopo le 21, con circa cento presenti. All’inizio della riunione il segretario cittadino Luca Paris ha chiesto ai presenti se volessero rinviare l’assemblea, come richiesto nel pomeriggio di ieri dal segretario regionale Alessandro Alfieri. La maggioranza ha voluto proseguire.

Il sindaco Davide Galimberti è quindi intervenuto, elencando tutti i risultati conseguiti avanti nel primo anno di mandato.

Il segretario Paris, che aveva richiesto la convocazione dell’assemblea, inserendo all’ordine del giorno un’analisi sul primo anno di mandato dell’amministrazione e la verifica delle condizioni per proseguire o meno a sostenere la giunta, ha spiegato come l’ordine del giorno fosse volutamente una “provocazione”, per far capire i rischi che le continue divisioni nel gruppo consiliare potrebbero creare alla tenuta della maggioranza. La riunione, inizialmente tesa, si sarebbe conclusa con un confronto, a detta dei presenti, positivo.

Non ci sarebbe stato insomma nessun “processo” ai “dissidenti”. Anche se le divisioni, di fatto, sono davanti agli occhi di tutti. E non sarebbero solo nel gruppo consiliare. In atto ci sarebbe un vero e proprio scontro per il controllo del partito tra l’area politica che ha sostenuto Galimberti fin dalle primarie e quella invece maggiormente legata alla segreteria provincia le di Samuele Astuti. Ma queste sono dinamiche extracittadine.