Revisioni false. In 57 a giudizio e oltre 50 anni di condanne

Nel secondo troncone della maxi indagine che ha coinvolto la Motorizzazione di Varese sono 97 gli indagati

In tutto 97 indagati davanti al gup Alessandro Chionna: 57 persone rinviate a giudizio e condanne in rito abbreviato per un totale complessivo di oltre 50 anni. In tre hanno patteggiato, mentre 10 sono stati gli indagati per i quali il gup ha disposto il non luogo a procedere. In cinque anni d’attesa prima delle svolgimento dell’udienza preliminare, infine, due degli indagati sono morti. E quindi, ovviamente, stralciati dal procedimento.

Sono i numeri del secondo troncone relativo alla maxi indagine che ha coinvolto gli allora vertici della Motorizzazione Civile di Varese accusati, insieme ai titolari di alcune agenzie di pratiche auto, di aver intascato mazzette per certificare revisioni fantasma. E permettere la circolazione a mezzi magari vecchi di 40 anni che non avrebbero altrimenti mai avuto il permesso di poter viaggiare su strada.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, dei mezzi utilizzati dai giostrai per spostare da un luogo all’altro interi Luna Park. L’indagine si era chiusa, con arresti e decine di denunce a piede libero, nell’ottobre 2012. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero varesino Massimo Politi, era stata divisa in due tranche: complessivamente ha infatti coinvolto quasi 200 persone.

Nel 2014 erano arrivate le condanne relative al primo filone d’inchiesta: in tutto pene complessive (in primo grado) per un ammontare complessivo di oltre 80 anni. In questa prima tornata erano finiti anche i quattro, tra dipendenti e funzionari della Motorizzazione Civile varesina, considerati dall’accusa il vertice del sistema. Ovvero Alessio Biason, ingegnere di 40 anni, Carmine Tomeo, ingegnere di 50 anni, Giuseppe Pacifico, ingegnere di 52 anni, e l’ausiliario Fedele Riva di 54 anni. Biason è stato condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi. Riva era stato condannato a 2 anni e 10 mesi. Entrambi avevano scelto il rito abbreviato. Pacifico e Tomei erano invece stati rinviati a giudizio.

Nel secondo troncone si annoverano invece la quasi totalità dei giostrai coinvolti. L’accusa era di corruzione: in sintesi hanno pagato per bypassare una revisione impossibile altrimenti da superare. In 57 andranno a giudizio il prossimo 8 marzo. In tre hanno patteggiato, mentre sono state una ventina le condanne in sede di rito abbreviato con pene decisamente alte che oscillavano da uno a quattro anni di carcere per gli imputati.