Rosati vince la causa, Laurenza gli deve mezzo milione

Calcio/il Varese fallito - Il tribunale di Milano: non furono nascosti debiti durante la cessione

fa causa ad accusandolo di aver “dolosamente” nascosto informazioni fondamentali sui conti del Varese 1910 al momento della cessione delle quote e complessivamente chiede più di 3 milioni di euro tra risarcimenti e richieste di copertura di debiti con l’erario. I giudici del Tribunale civile di Milano non soltanto danno ragione a Rosati dichiarando «destituite di ogni fondamento in fatto e in diritto le pretese di pagamento» avanzate da Laurenza, ma condannando quest’ultimo al pagamento di 500 mila euro allo stesso Rosati, cifra mai versata in sede di acquisizione delle quote della vecchia società calcistica fallita.

La causa, discussa davanti al collegio milanese presieduto da , vede in campo Oro in Euro, società riconducibile a Laurenza, e Holding del Conte s.r.l. riferibile a Rosati, attraverso le quali è avvenuta la cessione delle quote del Varese 1910 dal patron della scalata a quello che ha poi condotto alla sparizione il club biancorosso. La sentenza, tra l’altro, sottolinea un altro aspetto importante che in passato fu oggetto di polemica da parte di Laurenza.

Ovvero la quantificazione da parte dello stesso patron di Oro in Euro in un milione 145 mila euro il presunto debito con l’erario che Rosati avrebbe lasciato in carico alla nuova proprietà. Nei giorni caldi della polemica quel debito aveva assunto forme addirittura mostruose. Le solite indiscrezioni lo volevano di 8 milioni di euro, altri esagerati parlavano di 10 milioni di euro. Cifre molto lontane da quella ipotizzata da Laurenza: un milione 450 mila euro. Detto questo i giudici hanno rigettato anche la richiesta di pagamento da parte di Rosati di questa cifra di fatto inesistente: l’importo è frutto di mera ipotesi. Dunque Rosati non nascose “dolosamente”, come sostenuto da Oro in Euro, alcun debito in bilancio all’atto della cessione delle quote, come scritto in sentenza e per questo non ha diritto al pagamento degli oltre 2 milioni di euro chiesti a titolo risarcitorio. Ma nemmeno ha diritto, sempre per i giudici di Milano, al versamento di quel milione 450 mila euro che è Laurenza ad indicare agli atti quale debito pregresso nei confronti dell’erario. A pagare, se mai, dovrà essere Laurenza. Lo hanno sempre stabilito i giudici del Tribunale Civile di Milano.

Di fatto Laurenza non completò mai il pagamento della cessione delle quote societarie da parte di Rosati. All’appello mancavano circa 500 mila euro. In base alla tesi di Laurenza, anch’essa rigettata dai giudici, la somma semmai dovuta, visti i conti non chiari e il debito con l’erario, andava ridimensionata e più che dimezzata. Ma non essendo stata parte dei conti nascosta, non essendo dovuto nulla per i debiti erariali, l’ipotesi dello stesso Nicola Laurenza è naufragata. E i giudici hanno stabilito che il patron di Oro in Euro versi il dovuto, ovvero 500 mila euro. Dei quali 200 mila da pagare sull’unghia e i restanti 300 mila da saldare in base alla rateizzazione già stabilita al momento della cessione. Non è chiaro come Laurenza reagirà alla sentenza a lui sfavorevole su ogni punto contestato a Rosati.