Se la campanella dà il via al delirio del parcheggio

Ogni giorno recuperare i figli alla Manfredini diventa un’impresa tra soste abusive e manovre acrobatiche

Auto arrampicate sui marciapiedi e sulle strisce pedonali, anche a ridosso dei semafori, e poi ammassate davanti ai cancelli delle attività o sul prato dei giardinetti di piazzale Don Gabbani, sempre più malconci.

Accade ogni giorno negli orari di ingresso e di uscita dalla scuola Manfredini, aperta da poco più di un anno nello stabile ristrutturato di parte della conceria Cornelia. E i residenti non ne possono più: «Se i titolari della scuola non intervengono che lo faccia il Comune, per ripristinare un minimo di ordine, di rispetto e sicurezza», chiede Gianni Bonomo a nome di tutti.

Che il tema del parcheggio potesse diventare un problema per il comparto lo si era intuito da subito: troppo grande una scuola frequentata da oltre 600 alunni (tra medie ed elementari), per non avere un impatto significativo sul contesto non solo viabilistico. E in prospettiva può solo peggiorare, con l’arrivo a settembre dell’alberghiero, a meno che non si trovino soluzioni alternative.

Solo trovare spazio alle auto per il personale docente, amministrativo e parascolastico impiegato è un tema sensibile, rimarcato dai residenti e formalizzato in una raccolta firme sottoscritta da centinaia di cittadini, e dagli esercenti del quartiere, che chiedono di vietare espressamente la sosta prolungata durante il giorno nel parcheggio di piazzale Bianchi e a lato di via Dalmazia, in modo da lasciare spazio a chi si ferma solo per pochi minuti per le piccole commissioni tra negozi e servizi.

Il problema della sosta diventa poi estremo nelle ore di punta, soprattutto all’uscita dei bambini da scuola. C’è un servizio autobus organizzato direttamente dalla Manfredini per gli studenti iscritti da fuori comune (e che ha come punto di snodo il parcheggio della Dogana di via Peschiera, collegato all’istituto da un tunnel sotterraneo).

Ciò nonostante su via Merano si genera regolarmente una bolgia infernale che travolge ogni cosa nei dintorni per una ventina di minuti di puro delirio. Le auto di nonni e genitori in attesa iniziano ad occupare marciapiedi e carreggiata anche mezz’ora prima della campanella. E al momento clou ogni regola viene calpestata: «Le auto vengono lasciate davanti ai cancelli delle attività, quelli delle abitazioni o perfino sul prato del parco giochi», lamentano i residenti. Pochi minuti sì, ma tanto basta a creare scompiglio e non solo nella viabilità di una strada molto trafficata.

«Nel parco parcheggiano così spesso che non solo ci sono decine di impronte di pneumatici, ma in alcuni punti l’erba non cresce più, e un tombino si è imbarcato», mostra Bonomo in piazzale don Gabbani.

Diverse le alternative proposte: «Hanno abbattuto il serbatoio dell’ex conceria per liberale il piazzale contiguo alla scuola: perché non danno indicazioni ai genitori di parcheggiare lì, o nell’altro spiazzo accessibile da via Dalmazia e che si trova sull’altra sponda del fiume?», propongono i residenti.

La scuola fin ora ha sempre minimizzato il disagio. L’auspicio è che le autorità preposte alla sicurezza possano prendere visione del problema ed intervenire.