Sfratto ancora rinviato. Speranza per La Quiete

Stop all’ufficiale giudiziario, che sarebbe dovuto intervenire oggi

Sfratto rinviato di altri 15 giorni: per la clinica La Quiete un nuovo passo in avanti verso la speranza di un futuro. L’annuncio è arrivato direttamente dai rappresentanti sindacali Cinzia Bianchi e Davide Farano (quest’ultimo Rsu) della Cgil: «L’accesso dell’ufficiale giudiziario previsto per domani alle 15 (oggi per chi legge) non ci sarà. Ogni iniziativa è stata rinviata sino al primo febbraio quando si terrà, in tribunale a Varese, un’udienza alla quale saranno presenti tutte le parti coinvolte»,

spiegano i rappresentanti sindacali. La battaglia per salvare la clinica, che coinvolta nel fallimento Ansafin nel 2009 (fallimento poi sfociato in un procedimento penale attualmente in corso), era iniziata formalmente lo scorso 9 gennaio. A fronte della decisione del tribunale fallimentare di rendere esecutivo lo sfratto pendente (dopo due aste andate deserte) e di ordinare il completo sgombero della struttura sanitaria entro il 9 gennaio appunto, i 63 dipendenti della clinica, affiancati dall’intera Varese, avevano chiesto un tavolo tecnico urgente svoltosi il 24 dicembre. A quel tavolo sedevano, oltre alle parti coinvolte, anche tutte le forze politiche e gli enti del territorio, dal presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni al sindaco di Varese Davide Galimberti. Pochi giorni prima del 9 gennaio il consiglio comunale di Varese (tutto, nessuna forza politica esclusa) ha reso pubblico un documento nel quale l’intera assise si schierava al fianco dei lavoratori. Che alle 21 di domenica 8 gennaio si sono riuniti in assemblea permanente in clinica. La struttura non è stata svuotata ma ha continuato a funzionare: la Regione ha accreditato il Poliambulatorio, i varesini, in massa, hanno continuato a rivolgersi alla struttura; la clinica ospitata tuttora degenti (i letti sono pieni) e i liberi professionisti hanno continuato a operare. Il 9 gennaio alle 15 l’ufficiale giudiziario ha fatto un primo accesso, rinviando lo sfratto al 20 gennaio per non creare disagi a pazienti e degenti. Ora il nuovo rinvio sino al primo febbraio. Durante l’udienza fissata in tribunale il Gruppo Sant’Alessandro, che attualmente possiede i due rami d’azienda che mantengono la clinica in attività, dovrebbe formulare delle proposte il cui contenuto non è noto. Alcune settimane fa si era parlato di un concreto interessamento di una grossa cooperativa laziale, la Osa, all’acquisto della clinica. Tra le ipotesi formulate all’epoca anche quella di un accordo tra Osa e il gruppo Casinelli (fuoriuscito dal Gruppo Sant’Alessandro), anch’esso di Frosinone, come socio di minoranza. «Dal primo febbraio sapremo quale sarà la nuova linea per il futuro della clinica – spiegano i sindacalisti – oggi abbiamo vinto una battaglia importante. Grazie al lavoro dei sindacati, alla resistenza dei lavoratori, all’impegno degli enti pubblici e dei varesini che continuano a sostenerci. Probabilmente questo rinvio conferma quanto già ci avevano anticipato il presidente Maroni e il sindaco Galimberti e ciò che il mercato si sarebbe potuto muovere».