Si alza il grido: «Varese ai varesini»

Il corteo - Un centinaio di persone ha sfilato per il centro: «Vogliamo che la nostra città torni a essere sicura»

– «Varese ai varesini», «Immigrazione, droga, accoglienza. È finita la pazienza», «Cosa rimane della mia città: io la chiamo morte e voi normalità», «Difendi la tua libertà, «Varese Svegliati». Questi gli striscioni che riassumono i vari presidi organizzati dal comitato apolitico e apartitico “Varese ai Varesini” e che sono stati esposti ieri sera in piazza Monte Grappa al termine del corteo organizzato per chiudere le manifestazioni messe in campo nell’ultimo mese.

I fondatori del comitato hanno prima presidiato l’ospedale Del Ponte, poi la Stazione Nord e Biumo inferiore, piazza Repubblica, piazza Carducci e ieri sera hanno attraversato il centro cittadino: tutti luoghi nevralgici della Città Giardino. «Non siamo ronde. Siamo qui per sensibilizzare i cittadini su ciò che sta succedendo, degrado, violenza, disagio dei cittadini – spiega Alessandro Limido, uno dei fondatori del Comitato – Abbiamo incontrato la proprietari di un negozi, residenti, pendolari: la maggior parte delle persone con cui abbiamo parlato lamentano una situazione di disagio dovuta alla scarsa sicurezza,

qualcuno addirittura ha definito la situazione invivibile».
Il Comitato è nato infatti con lo scopo di raccogliere la cittadinanza intorno ad un progetto comune, riprendere possesso dei quartieri, tornare a viverli in sicurezza e reagire all’arroganza di chi, da ospite, vuole imporre la propria legge. «Vediamo spesso fenomeni di degrado – dicono dal comitato –. Noi vogliamo segnalare i problemi presenti in città». Erano circa un centinaio le persone presenti al corteo. Il raduno è avvenuto in piazza Repubblica, luogo simbolo del degrado cittadino e recentemente teatro di nuovi episodi di violenza. Proprio nei giorni scorsi, infatti, nella tanto discussa piazza si è venuto a creare un capannello di ubriachi molesti, due poliziotti di quartiere sono finiti in ospedale perché aggrediti da uno dei protagonisti del bivacco.

I presenti ci tengono nuovamente a ribadire che non si tratta di controllo di vicinato, ma di un comitato che guarda ad ampio raggio su tutta la città, ritenendola “affetta” da scarsa sicurezza. «Noi vogliamo che le nostre donne, le nostre mogli e i nostri figli – spiegano gli organizzatori dell’evento -, possano tornare a vivere in sicurezza in questa in città, a partire da questa piazza».
Dalle 18 i manifestanti hanno iniziato a radunarsi, di fronte agli occhi indifferenti dei numerosi extracomunitari che erano presenti nel tardo pomeriggio di ieri in piazza Repubblica. Intorno alle 20 ha preso il via il corteo che ha ripercorso le tappe programmate nei presidi: da Piazza Repubblica i manifestanti hanno raggiunto le stazioni, si sono recati in via Dandolo, dal Tribunale hanno raggiunto corso Matteotti per poi fermarsi per un breve comizio in piazza Monte Grappa. «Le istituzioni non fanno nulla – continua Limido – stanno a guardare. E per quanto riguarda gli immigrati, la loro accoglienza è diventato un business”. Difendiamo la nostra libertà e facciamo in modo che Varese torni in mano ai varesini».