Si punta sull’integrazione: «Profughi da coinvolgere»

Accoglienza - Una quarantina gli ospiti presso l’Hotel Plaza di via Sanvito, a cui si cerca di trovare un lavoro

Lavori in corso all’Hotel Plaza di via Sanvito che si prepara ad accogliere nuovi profughi. Chiusa nel 2012, la struttura aveva ospitato i primi quaranta richiedenti asilo arrivati in città nel 2011. In questi giorni ne ha accolti altri quaranta ed è in corso l’installazione dell’aria condizionata nelle stanze rimesse a nuovo.
Per ora sono una quarantina gli immigrati in attesa del riconoscimento di rifugiati politici e quindi di regolare permesso di soggiorno, che sono ospitati all’Hotel Plaza di via Sanvito. La struttura è stata la prima ad accogliere i rifugiati in città quando arrivarono dall’Africa centrale nel 2011. Ma non l’unica.

Alloggi “di fortuna” sono stati trovati negli anni dalla Prefettura secondo le necessità di accoglienza. Alcuni rifugiati sono all’Hotel Mira di via Walder, altri ospitati in appartamenti privati. Il veto messo dalla passata amministrazione sulla possibilità di ospitare nuovi rifugiati ha sempre tenuto i numeri dell’accoglienza varesina bassi e mai si è pensato ad un progetto di integrazione serio. Per un breve periodo alcuni rifugiati hanno collaborato con l’ufficio dei lavori pubblici e sono stati impiegati in piccoli interventi di riqualificazione dell’arredo

urbano. Ma non ne è mai nato un sistema d’impiego vero e proprio. All’Hotel Plaza si farà diversamente.
L’accoglienza all’interno della struttura sarà gestita dalla Fondazione Arca di Milano e l’amministrazione Galimberti ha dichiarato la sua disponibilità ad organizzare attività per il coinvolgimento dei rifugiati che, non avendo un regolare permesso di soggiorno, non possono adoperarsi da soli per trovare un lavoro. Anche perché, con così tanti arrivi si allungano anche i tempi delle commissioni per visionare le pratiche dei richiedenti asilo e quindi anche i tempi di accoglienza.

Trovare loro un impiego e attivare iniziative d’integrazione è doveroso.
«Studieremo un sistema per coinvolgerli in attività socialmente utili», ha detto il sindaco Davide Galimberti, sostenuto anche dal suo vice Daniele Zanzi e dall’assessore ai servizi sociali, Roberto Molinari.
La macchina insomma si è già attivata e l’amministrazione sta già facendo le verifiche necessarie per rendere “diversa“ la presenza dei profughi sul territorio, ed evitare gli errori che si sono verificati in altre zone. Zanzi è andato personalmente a parlare con alcuni ragazzi che di solito si ritrovano in piazza Repubblica, per verificare la loro disponibilità a rendersi utili per la collettività. Le premesse sono buone.

La parola d’ordine quindi è integrazione, anche perché l’emergenza sbarchi potrebbe richiedere a Varese un’ulteriore sforzo in termini di accoglienza.
Il prefetto, Giorgio Zanzi, ha già annunciato che potrebbero arrivare in città altri rifugiati a cui occorrerà trovare una collocazione.
Sono infatti 1600 circa quelli che sono stati accolti negli scorsi giorni e altri sarebbero in arrivo.