«Sono qui per conoscere. E perché non voglio che domani tocchi a me»

Marilisa, 16 anni, una delle ragazze ieri in piazza per dire No alla violenza sulle donne

Camper della polizia di Stato. San Valentino. Ragazzina ferma con una rosa in mano. Mentre il Questore Attilio Ingrassia dice «gli uomini rispettino le donne», la giovane agita la rosa.

Età: 16 anni. Liceo Cairoli. Fidanzata. La tosa gliel’ha regalata il fidanzato. «Magari l’ha presa a un semaforo – racconta cinica – ma è comunque bella. È il pensiero no?». Perchè ti sei avvicinata? La domanda è scontata la risposta no. «Io vivo in una famiglia felice – spiega – e ho una storia felice. Durerà? Boh. Quello che fanno qui è importante». Ora non te lo aspetti da una ragazzina. Importante? «Diciamo che io leggo e guardo i telegiornali.

Ecco non vorrei mai che mi capitasse qualcosa. Qualcosa come è accaduto a una della mia età in treno qualche giorno fa, aggredita, molestata e picchiata. Perchè? Perché donna? Non ci sto». Lei, che si chiama Marilisa, spiega. «Pensano che siamo sceme – dice – pensano che siamo facili. La realtà è più complessa ma non importa. Io sono qui per informarmi. Per sapere, e adesso lo so, che se mi capitasse qualcosa ci sarebbe qualcuno con me». Ma nulla le è capitato. «E allora? – chiede – non è che se non è capitato a me allora non esiste. Esiste. Lo leggiamo. Donne maltrattate. Donne uccise. Lo hai scritto anche tu. Perchè mi fai domande stupide?». Perchè non sono tutte come te. «Siamo sempre di più – spiega – l’anno scorso una mia amica stava con un tipo geloso. Non le ha fatto niente. Ma se lei usciva con noi lui la lasciava. Lei piangeva. Era una forma di ripicca. E noi amiche glielo abbiamo detto. E lei lo ha mollato. Lui ha fatto altro. Ma se non fosse stato così? Se fosse diventato violento? Ecco sono qui per questo».

La rosa ondeggia e pare sul punto di collassare. «Non fa niente – dice Marilisa – è nei miei occhi. Nella mia testa. Le cose importanti sono altre. È un fiore. Un regalo. Lo adoro. Ma in realtà adoro il suo significato. Il fiore muore comunque. Il resto resta».

Marilisa dice «So perché hai parlato con me. È perchè sono giovane. Perché secondo te non so. E allora è facile chiedere. Non è così. Sono giovane ma non scema. E nessuno mi farà del male. Se ci provano io parlo».

Ma sono tutte come te? «No – spiega – non da quello che leggo. Ma siamo in tante. Siamo diverse. Non sogno un matrimonio. Sogno un lavoro. Sogno timbri sul passaporto. E sogno un uomo che venga con me. Non che mi tenga in gabbia».

Perché accade ? «Accade perché si è insicuri credo. Accade anche alle ragazze forse ma non sono così forti. Oppure è una cosa di cultura. Ma il punto è che sono qui. Oggi. Perchè volevo vedere il camper. Perché ho visto da lontano e mi sono incuriosita. Perchè non voglio che domani tocchi a me».