Sosta selvaggia sui campi agricoli

Gli automobilisti indisciplinati hanno parcheggiato anche sui terreni appena seminati, rovinandoli

«La Schiranna è bella perché ha tanto verde curato, ma non è lì per caso. È così perché qualcuno lo lavora». È sconsolato , dopo un fine settimana in cui alcuni terreni, che lavora per la sua azienda agricola di Bobbiate, sono stati occupati dalle auto in sosta. «Auspico un incontro con chi di dovere. Tramite l’associazione Confagricoltura ci stiamo muovendo in tal senso». Domenica scorsa in molti hanno raggiunto l’area a ridosso del lago di Varese per una passeggiata sulla pista ciclabile o un giro al Luna Park, attuale attrattiva della zona dedicata alla manifestazioni.

«Per l’ennesima volta – spiega – quando c’è un evento alla Schiranna il parcheggio diventa selvaggio e ci vano di mezzo i proprietari e i coltivatori dei terreni. La scorsa volta hanno messo le macchine nel campo appena seminato a mais, questa volta nei prati con l’erba per il fieno per gli animali». Quello che non sembra essere chiaro è che si tratti di proprietà private. «Io lo so perché è il mio mestiere che dove c’è un “bel verde”, non è per fortuna, ma perché c’è qualcuno lo sta mantenendo così. Viviamo lavorando la terra e se questo non viene capito il nostro lavoro è destinato a morire. La nostra agricoltura in questo modo non è tutelata». Impossibile recintare tutto. «Dovrei farlo per qualche chilometro e non è obbligatorio. Nella vicina Svizzera che vive di paesaggio e turismo, nessuno si azzarda a farlo, anche senza recinti».

La pista ciclabile «non sorge tra cemento e terreni abbandonati pieni di rovi e spazzatura. Segue la vecchia strada di campagna che portava i coltivatori ai campi. L’esproprio che ha permesso di realizzarla non ha dato origine a un parco, ma rimangono i terreni dei proprietari che li lavorano direttamente o li fanno lavorare da altri, come nel mio caso». Minonzio sottolinea quanto il vero problema non sia «il parcheggio in sé, ma il mancato controllo.

Esiste uno spazio comunale adibito al parcheggio, ma se resta vuoto e le auto finiscono in un area privata, significa che non c’è controllo». Un problema di sicurezza e non curanza che diventa generale se si pensa che molte auto vengono lasciate sulla statale. «Lì diventa pericoloso perché la velocità è sostenuta e anche solo scendere dall’auto può non essere sicuro». Si aggiunge anche un fattore culturale e civile. «È ora di imparare a rispettare l’agricoltura. Se andiamo in Trentino, ci affascina camminare nel bel bosco pulito o vedere nei prati le mucche al pascolo. Potremmo averli anche qui, ma non accadrà finchè la gente scambierà un prato per un parcheggio».

Il danno non è irreparabile. «Alla fine l’erba ricrescerà e perderò 10 balle di fieno, ma è una questione di rispetto per ciò che si fa. Questo non è un mestiere che rende ricchi, se non si riesce a fare e si subiscono torti, diventa insostenibile». Ieri snervato dall’ennesimo episodio ha coinvolto i media. «Pare che ora vogliano contattarmi da Luna Park. Vedremo cosa accadrà. I permessi però vanno organizzati prima». In passato, infatti, alcuni terreni privati sono stati resi disponibili per posizionale le auto. «Abbiamo sempre concordato tramite i proprietari dei fondi, che decidevano di metterli a disposizione del comune per utilizzarli. Essendo avvisati, non lavoravamo fino alla conclusione dell’evento, senza problemi».