«Sta togliendo chi è contro la sua ambizione. Ma questa città non è un trampolino di lancio»

Duro attacco del coordinatore cittadino di Forza Italia, Roberto Leonardi: «Si tratta senza dubbio di un’altra sconfitta per la giunta»

«Le dimissioni del consigliere Mauro Gregori sono un’altra sconfitta politica per il sindaco Galimberti».

L’affondo del coordinatore cittadino di Forza Italia è netto. «Una scelta comprensibile umanamente, meno condivisibile politicamente, credendo nell’indisponibilità personale di un mandato democratico popolare, tranne per gravi motivi personali – prosegue Leonardi – Il lungo elenco degli errori politici e amministrativi della giunta Galimberti è da tempo sotto gli occhi di tutti e l’opposizione da un anno ripete quanto dichiarato da Gregori, ma andare via sbattendo la porta risolve solo un problema personale e non contribuisce alla tutela dell’interesse pubblico, a meno che non ci siano altri elementi a noi oscuri».

Per Leonardi il primo cittadino è artefice principale di questo clima: «Galimberti è da un anno un uomo solo al comando e la sua personalizzazione della politica varesina, dalle primarie del Pd ad oggi, sta quotidianamente annientando o quantomeno arginando ciò che può essere in contrasto con l’ambizione del sindaco per una poltrona nazionale parlamentare. Ambizione ovviamente lecita, ma Varese non può essere usata solo un trampolino di lancio. Varese deve essere amministrata e non usata. Infatti, una volta fatto il porta a porta dei voti dei cittadini in campagna elettorale, una volta portati a casa i voti del Pd, compresi quelli numerosi di Oprandi, Mirabelli e Infortuna, una volta spremute le liste civiche, il sindaco ha iniziato a fare terra bruciata attorno a sé»

Per Leonardi, dopo aver raggiunto il risultato, Galimberti ha smesso di essere così vicino ai cittadini «mentre le Liste civiche, tra cui quella che porta il suo nome, senza schemi e senza logiche di partito, può diventare una forma di opposizione all’interno della stessa maggioranza», una cassa di risonanza dei mille piccoli e grandi problemi della città, «è la voce dei cittadini che proprio il sindaco Galimberti fa finta di ascoltare, perché i suoi progetti politici personali sono altri e ora che sente di avere preso in mano il partito dopo anni di forzato oblio in cui era relegato, almeno così dicono gli stessi appartenenti al Pd varesino, Galimberti non può essere disturbato nel suo percorso politico dalla concretezza di Gregori oppure dallo spessore di Iannini o dalla lungimiranza di Bortoluzzi», conclude Leonardi.