«Stare a casa non risolve i problemi. Dobbiamo essere sempre positivi»

Vacanze - La paura c’è, ma i varesini non rinunciano alle ferie. Con qualche accorgimento

– Stragi, sparatorie, fatti di cronaca, fanno cambiare le abitudini ai varesini. Che però alle vacanze non rinunciano. Piuttosto evitano Turchia, Tunisia, Egitto e Costa Azzurra e si spostano in auto invece che in aereo. A spiegarci come si viaggia ai tempi del terrorismo è , addetta alle vendite di Morandi Tour, agenzia turistica di via Dandolo.
«Certo che la paura condiziona la scelta del luogo dove trascorrere le ferie – afferma Linati – Oggi, poi, la paura non coincide più con una meta specifica, ma dilaga. Quello che è accaduto a Monaco, per esempio, ci ha spiazzato. Monaco non era una città a rischio e l’attentato, a quanto risulta, non è neppure riconducibile all’Isis. Si ha sempre più timore che possa succedere qualcosa in aeroporto, ma anche in un museo, oppure in un centro commerciale. Di conseguenza, le persone non sanno dove fermarsi e dove può essere rischioso andare».

Io dico sempre che stare a casa non risolve il problema e così la pensano anche i varesini, che in vacanza continuano ad andare.

Noi vogliamo essere positivi e suggerire mete considerate sicure. Il mondo è grande e si trova sempre una località bella dove recarsi con piacere. L’Italia sta andando bene, così come le Baleari, le Canarie e la Grecia, anche se qualcuno ha timore degli aeroporti e preferisce mete che si raggiungono con i mezzi propri.

Parigi fa un po’ paura. Ci sono persone che hanno annullato la vacanza in Costa Azzurra o che volevano andarci e poi hanno cambiato meta. La strage di Nizza ha destabilizzato tutti, anche perché la Costa Azzurra è sempre stata una località tranquilla. Anzi, forse è stato proprio veder succedere una cosa del genere in un posto rassicurante come Nizza che ha turbato.

Si, anche con tour organizzati. Anche tanti sposini, per la luna di miele, spesso scelgono un viaggio di gruppo. Forse essere insieme dà sicurezza. Si va anche lontano, negli Usa, in Indonesia e in Tailandia per esempio. I vantaggi sono innegabili: se si è in gruppo, è l’accompagnatore che affronta la situazione, tranquillizza le persone, trova soluzioni senza andare in panico.

La Farnesina non ha bloccato i viaggi né in Tunisia, né in Turchia. Anche a Istanbul si può andare, ma è sconsigliato.

Diminuendo la richiesta, i tour operator hanno abbassato molto i prezzi. Molte strutture di tour operator italiani hanno chiuso per mancanza di turisti.

Sul Mar Rosso, a Marsa Alam (Egitto), ci sono strutture italiane, ma la maggior parte dei turisti sono di nazionalità Russa. Mancando gli italiani, anche l’animazione e i servizi pensati per gli italiani in alcuni villaggi sono stati tolti.