«Sui pass rosa gravi discriminazioni contro le donne non residenti»

Il blogger Gregori critica le modalità di applicazione dei permessi. Longhini (Fi) presenta una mozione

Il piano sosta ha i colori del blu oltremare, ma sta di fatto che si sta ripercuotendo in maniera particolarmente visibile sulle categorie rosa. Fra le voci a sostegno dell’universo femminile sicuramente le più appassionate sono quelle di e , che a partire dai social, loro terreno di confronto prediletto, stanno studiando la questione in maniera capillare.

I lettori del blog su Facebook “Varese la vedo così”, firmato quotidianamente dall’ex consigliere comunale Mauro Gregori, hanno da ieri a che fare con una nuova battaglia: quella che il seguitissimo blogger – 45mila accessi alla settimana – indica come «assurda discriminazione», ossia i parcheggi rosa riservati alle donne in gravidanza e per le neo-mamme, che il piano sosta attualmente prevede solo per le residenti nel Comune di Varese. «Il parcheggio per le donne in gravidanza e per le neo mamme deve essere assolutamente disponibile anche per le donne non residenti che lavorano in città».

Così esordisce l’istrionico politico varesino rivolgendosi agli ormai ex colleghi consiglieri comunali che venerdì apriranno i lavori senza di lui per la prima volta; e segnala la lettera di una signora incinta di sei mesi che lavora a Varese e non ha diritto al pass perché non residente. «Sono quasi al sesto mese di gravidanza – scrive la donna – lavoro a Varese, sinceramente non me ne è mai fregato nulla di parcheggiare vicino al lavoro. Ho sempre amato far due passi, che tra l’altro fa bene alla salute. Ma adesso, data la situazione, inizio ad avere qualche difficoltà e non mi posso permettere di rimanere a casa dal lavoro fino al periodo obbligatorio per legge e prima della scadenza del contratto. È una cosa scandalosa che io non possa avere il pass rosa perché non risiedo nel comune. Sinceramente l’amministrazione comunale poteva benissimo rilasciarlo a chi è obbligato a venire a Varese per lavoro presentando la dovuta documentazione attestante la veridicità dei fatti»: la situazione è aggravata dalla precarietà del lavoro. Dal canto suo Simone Longhini, capogruppo in consiglio comunale per Forza Italia, venerdì sera arriverà al proprio seggio non meno di Gregori sul piede di guerra: fu proprio l’ex assessore alla Cultura del Comune di Varese, infatti, a far approvare il pass a tempo indeterminato per le neo e future mamme varesine, perché in origine il piano sosta prevedeva di limitarlo a sole due ore di sosta. Ora il forzista rilancia con una mozione relativa al quartiere Belfiore, i cui abitanti l’attuale ordinamento non annovera fra gli aventi diritto al pass per residenti: fra loro, ovviamente, molte donne che, rientrando a casa tardi col buio (che in inverno incombe presto) dovrebbero scegliere fra il pagare il posteggio sotto casa secondo la tariffa pendolari (55 euro al mese) oppure cercarsi un parcheggio bianco parecchio distante da casa, con tutte le incognite del caso. «I posteggi rimasti per la sosta gratuita o a disco orario – recita la mozione – sono davvero esigui: ad esempio solo 5 a disco orario in Viale dei Mille. La zona è perlopiù abitata da residenti privi di garage, parcheggio interno o box auto». In consiglio comunale Longhini chiederà quindi al sindaco e alla giunta di ripristinare lo status ante tornando ai parcheggi bianchi in tutta la zona oppure di concedere pass residenti a chi la abita.