Tifare Leicester non è solo sport ma è un orgoglio made in Varese

La favola - La minuscola squadra del nostro preparatore Azzalin sul tetto del calcio inglese

Ecco perché quello che sta succedendo nel calcio inglese, con il minuscolo Leicester sempre più vicino al trionfo nella Premier League degli sceicchi (prima d’inizio stagione l’ipotesi era quotata 5.000: come se lo scudetto in Italia lo vincesse il Sassuolo), coinvolge anche voi, anche noi, anche Varese. E perché non è solo un fenomeno da confinare – su questo e sugli altri giornali – nelle pagine di sport. Ecco perché in Italia non potrà mai accadere qualcosa di simile (successe col Verona,

ma per il nostro calcio – solo per il nostro calcio – erano altri tempi). Ecco perché chiunque crede che i sogni a volte possano ancora diventare realtà, perfino nel 2016, tifa Leicester. è una favola che appartiene a chiunque ami la vita, e non solo lo sport. i grandi uomini di calcio, come sir Alex Ferguson, sanno che sta succedendo qualcosa di magico. chi alla fine vincerà riceverà l’applauso degli avversari. tutto il mondo sta seguendo col cuore in mano l’avventura di una piccola cittadina sperduta tra chilometri di prati che è diventata per magia protagonista del film più bello mai scritto sul pallone. Perché tutto ciò non parte dai soldi ma da fede, destino, umiltà, passione. allo stadio si va tutti insieme per partecipare a una festa, bimbi, giovani e anziani, tra magliette di squadre diverse, sciarpe, ciambelle e birrette. E poi ci si siede uno a fianco all’altro, come a teatro, per godersi lo spettacolo. Perché non ci sono barriere, non ci sono “buttafuori” grandi e grossi e non c’è nessuno che rovina il divertimento degli altri mettendo se stesso davanti agli altri. il gol del +7 in classifica a 6 giornate dalla fine lo segna un enorme giamaicano che capita per caso in area e si attorciglia in volo come se fosse un elegante cigno. Claudio Ranieri è un vero gentleman, che trova il tempo dopo un’ora di interviste post-partita per una battuta e un sorriso a un piccolo cronista di un piccolo giornale. E la sera al pub, di fronte a una birretta e un fish and chips mentre si scherza e ci si rilassa tra amici, ha un pensiero e un parola gentile per ogni bimbo che lo vede e con candido stupore e felicità lo chiama «Ehi, Claudio!». in edicola e sui social si partecipa al sogno, leggendo un articolo scritto con una complicata tastiera inglese o guardando un video girato e poi montato di notte per il piacere di condividere con tutti un weekend speciale. Perché ti svegli la mattina e hai già whatsapp pieno dei messaggi (compresa una foto con il tuo giornale in mano, fresco di edicola) di amici e colleghi. E ti viene voglia di scrivere ancora, seduto su una panchina ad Hyde Park, con la tua fidanzata al fianco che aspetta con pazienza e inganna l’attesa cercando un posticino dove mangiare. il nostro Andrea Azzalin, che è in cima alla Premier League, è lo stesso Andrea che ha fatto la gavetta in biancorosso all’ombra del Sacro Monte, che non dimentica i suoi figli prediletti ovunque si trovano. Lo stesso Andrea che ti aspetta con gioia e poi ti fa sentire in famiglia insieme alla sua Erika quando ti ospitano, felici di avere compagnia e di vivere e condividere un meraviglioso sogno. E che girerà il mondo grazie al suo talento e alla sua determinazione, per poi tornare ogni volta che può a Varese, perché non c’è nessun posto come casa. una favola è una favola. E a noi piace sognare.