«Togliere il dialetto dai nostri cartelli? Sarebbe solo per marcare il territorio»

Si accende il dibattito sulla scelta della giunta di pensionare i cartelli voluti dall’amministrazione leghista di Fumagalli

C’è puzza di battaglia ideologica dietro alla proposta di sostituire la toponomastica bilingue in italiano e lingua bosina con la nuova segnaletica “Varese – La città in un giardino” mutuata dal logo di Nature Urbane.

La notizia dell’imminente pensionamento dei cartelli voluti dall’amministrazione leghista targata Fumagalli nel 2004 sta infatti alimentando un focoso dibattito, dove le voci in campo, indistintamente, puntano il dito sulla palese volontà di smantellamento del retaggio leghista. «Furono messi per mero motivo ideologico e per marcare il territorio» è il pensiero di , già candidato sindaco di “La sinistra per Varese Futura” alle amministrative 2016, che rimarca: «Verrebbero tolti per mero motivo ideologico e per marcare il territorio».

Ironico il commento del segretario cittadino della Lega , già assessore alla Polizia Locale: «Mi fa specie l’acredine nei confronti della Lega da parte di Zanzi che per ripicca adesso vuole togliere i cartelli con le scritte “Varès”: ma non lo sa che la lingua lombarda è nata prima della Lega? Credo che il vicesindaco, che sulla carta risulta essere anche assessore alla Polizia Locale, dovrebbe cominciare a fare qualcosa di concreto per garantire la sicurezza nella nostra città invece di pensare a cancellare le nostre tradizioni e la nostra cultura».

Determinato anche , coordinatore dei Giovani di Rivoluzione Cristiana: «Con tutte le problematiche serie di cui si potrebbe discutere a Varese la giunta Galimberti trova il tempo di lanciare quella che mi viene da definire una boutade, o meglio una presa di posizione strettamente ideologica. Il dialetto varesino o bosino è parte integrante del nostro territorio, del nostro vissuto e delle nostre radici culturali; un dialetto che sempre più scompare anche dalle case, purtroppo. Qual è

la priorità per cui il cartello “Varès” andrebbe eliminato? Semplicemente la battaglia del centrosinistra contro la Lega. La giunta dice che i cartelli sono stati affissi dalle giunte leghiste ideologicamente e nel tentativo di rimarcare il territorio come loro, mentre oggi Galimberti e i suoi vogliono ideologicamente toglierli per dire che ora comanda il centrosinistra. Posso dire che tutto questo è estremamente triste e francamente infantile? Si lasciassero fuori le ideologie da temi che riguardano tutti i varesini. Il dialetto va preservato, non recluso nel dimenticatoio. Certamente non bastano i cartelli per mantenerlo vivo, sarebbe anzi opportuno promuovere a livello regionale veri e propri insegnamenti di dialetto ai più giovani, come tra l’altro avviene in altre parti d’Italia»