«Togliere le scritte in dialetto dai cartelli? I problemi della gente sono ben altri»

Varese2.0 e Progetto Concittadino hanno avanzato la proposta. Foza Italia Donne però non ci sta: «Così non si sprovincializza la città»

– La cultura e il senso della tradizione sono elementi fondamentali per una comunità. E questi elementi trovano la propria corrispondenza anche e soprattutto attraverso l’uso (e la conservazione, in questo caso) di una vera e propria lingua, il lombardo occidentale, comunemente definita dialetto.

Recentemente, uno dei punti proposti da due delle liste civiche che sostengono la maggioranza, ovvero Varese2.0 e Progetto Concittadino, è quello di rimuovere questi cartelli, sostituendoli con un’altra scritta che richiamasse le peculiarità ambientali di Varese. Una proposta che ha scatenato reazioni e polemiche, che continuano ad andare avanti. E sulle quali oggi interviene la vicecoordinatrice di Forza Italia Donne, . La quale critica la posizione del vicesindaco Daniele Zanzi, portavoce di Varese2.0.

«”Io non ho certo paura del dialetto” è un’affermazione del vicesindaco Zanzi – scrive Caleffi – in merito all’iniziativa, di prossima attuazione da parte dell’amministrazione, che prevede la rimozione della versione dialettale dei nomi della città sui cartelli stradali. Ebbene, a me verrebbe da dire che io, invece del dialetto, ho paura proprio di un vicesindaco come Daniele Zanzi» il quale «parla della volontà di far perdere a Varese il suo provincialismo e questo lo si otterrebbe, secondo la sua riflessione, iniziando dalla sparizione del doppio nome sui cartelli stradali. Sparizione e cancellazione di parole dialettali. Mi chiedo se Zanzi abbia considerato, oltre al portato culturale del dialetto, quanto lo stesso faccia parte di ogni tradizione locale, quanto connoti ed identifichi ogni singolo individuo di quel preciso lembo di terra».

«I problemi dei cittadini sono ben altra cosa – aggiunge Caleffi – e le ansie economiche create dagli aumenti delle tariffe degli asili e dei buoni pasto sono ben più prioritari, insieme alla mancanza di sicurezza delle periferie. Sarà capitato al vicesindaco Zanzi di alzarsi all’alba, correre alla stazione sperando di trovare un posto auto in tempo, per cui si è pagato un abbonamento, per correre a prendere il treno ed andare a lavorare? Sicuramente non avrà

provato l’ansia e la preoccupazione per la propria incolumità che hanno provato e provano le lavoratrici dell’Ospedale Del Ponte quando vanno a recuperare la loro auto in piena notte e distanti dal loro luogo di lavoro, il perché lo sanno tutti oramai. Il sindaco Galimberti giustamente condanna chi fomenta l’intolleranza tra le persone, ecco, oltre ad allineare il suo vice a questa buona pratica sociale e civile, riveda insieme a Zanzi ed alla sua giunta le vere priorità, così i cittadini smettono di preoccuparsi di priorità che di prioritario hanno…. zero. Zero priorità».