«Tra Grimentz, Mutoyi e casa mia»

Questa volta, in occasione del Natale, la nostra intervista indiscreta tocca al direttore Francesco Caielli

1. Soprannome?

Caio. Da sempre e per sempre.

2. Età

40 anni. Tondi tondi.

3. Professione.

Sogno, da grande, di fare il giornalista.

4. Innamorato?

Sì, follemente innamorato. Di tante cose, di tanti luoghi. Ma soprattutto innamorato di Francesca, dal primo momento in cui l’ho vista una sera in Botte.

5. Squadra del cuore?

Inter e Pallacanestro Varese. L’Inter del Triplete e i Roosters della Stella rappresentano la perfezione nel connubio meraviglioso tra sport, arte e poesia. Poi ho amato i Bulls di Jordan anche se dall’altra parte dell’Oceano l’idolo assoluto era Larry Bird e aveva la maglia numero 33 dei Celtics.

6. Piatto preferito?

Pizza. E i ravioli alla norma che cucina mia moglie: splendidi.

7. Sport praticato?

Running. La corsa mi ha cambiato la vita, mi aiuta a pensare, mi ha portato a vivere le città più belle del mondo – New York, Parigi, Berlino – visitandole da un punto di vista differente. Non smetterò mai di correre, almeno con la mente.

8. Destra o sinistra?

Da europeista convinto, mi schiero naturalmente contro tutte quelle forze che rinnegano l’importanza e la forza dell’Unione.

9. Mare o montagna?

Montagna.

10. In frigorifero non manca mai…?

Coca Zero, Monster e yogurt magro.

11. Vino o birra?

Vino rosso. Poco, ma di qualità. Certo che una birra ghiacciata d’estate è qualcosa che avvicina al paradiso.

12. Non esco di casa senza…?

Smartphone, tablet e la voglia di tornare a casa per ritrovare le persone e le cose che amo.

13. Vacanza ideale?

Io, Francesca e le nostre due bambine. In macchina, guidando senza una meta precisa e fermandoci per scoprire posti nuovi. E poi a Grimentz, il mio rifugio, un paesino nel Vallese dove non c’è nulla ma c’è il silenzio.

14. La città del cuore e perché?

Mutoyi, Burundi, Africa. La prima volta ci sono andato per scappare da qualcosa, e poi ho finito col trovarci tutto. Ci sono tornato altre volte facendomi accompagnare da persone vere e tornando a casa sempre più ricco, ci tornerò presto con mia moglie.

15. Un sogno nel cassetto?

Tanti. Sogno di correre una maratona in tre ore e mezza, sogno di continuare a fare questo mestiere, sogno di incontrare ancora persone e storie da raccontare, sogno di veder crescere le mie figlie e di guardarle affrontare il mondo, sogno di trovarmi ogni giorno di fianco la persona che ho scelto come compagna per la vita.

16. A che età la tua “prima volta”?

Tardi. Non mi ricordo l’età ma tardi, anzi: al momento giusto.

17. Personaggio storico preferito?

Nelson Mandela, Michael Jordan, Giulio Cesare, don Luigi Ciotti, mio nonno Giuseppe.

18. Il libro che ha cambiato la tua vita?

“Siddharta” di Herman Hesse, “Into the Wild” di Jon Krakauer. E “In salita Controvento”, scritto da me con Ivan Basso.

19. Una canzone e un film?

Di canzoni ce ne sono tante. “Cirano” di Guccini, “Qualcuno era comunista” di Gaber, “No surrender” e “Born to run” di Springsteen. Film? “Million Dollar Baby” di Clint Eastwood.

20. Il tuo augurio per il 2017?

Auguro a te di ritrovare la tua serenità e di tornare a sorridere e far sorridere. Auguro a me di correre sempre un po’ di più, sempre un po’ più forte, sempre in avanti. Auguro al mondo di comprendere che la paura e il terrore si combattono abbattendo le frontiere e le divisioni, e non alzando nuovi muri.