«Uccidere tutti gli infedeli»

Terrorismo - Mahmoud Jrad, il siriano residente a Varese, era pronto a trasformarsi in un foreign fighter per «spargere sangue»

– Sarà interrogato oggi in carcere dal gip di Varese Mahmoud Jrad, 23 anni, arrestato l’altro ieri su mandato della procura distrettuale di Genova con l’accusa di essere vicino a gruppi estremisti salafiti e di essere pronto a raggiungere la Siria per trasformarsi in un foreign fighter. Ma non è tutto qui.
Sono raggelanti le intercettazioni che emergono dal decreto di fermo firmato dalla procura antiterrorismo di Genova. In un messaggio telematico inviato (via WhatsApp) da Jrad nel “gruppo”

denominato “Forum dei Salafiti in Siria” il ragazzo apertamente esprime idee pro Isis e critica il mondo sunnita perché sarebbe troppo morbido con gli sciiti. Posta, ad esempio, un link che rimanda al discorso del portavoce dell’Isis in cui si fa esplicito riferimento allo “spargimento di sangue” sciita in Iran mostrando di approvare quelle frasi. E pubblica, nei gruppi, documentazione sui principi fondamentali della Jihad. «Bisogna andare a spargere sangue», scriveva il 23enne, disoccupato che in Siria c’era nato e c’era già stato nel dicembre 2015. Morte agli infedeli, questo il tono dei messaggi che il giovane recepiva e condivideva. I magistrati descrivono l’atteggiamento confessionale ultra radicale di Jrad, il quale durante i tragitti in auto, intercettato, recita in continuazione versetti coranici (ogni momento della giornata dell’indagato è scandito per lui dalla pratica religiosa, ben oltre le canoniche cinque ore giornaliere).
Il giovane secondo le accuse vorrebbe aderire a “Jabhat Al-Nusra” (affiliato ad Al-Qaeda) per compiere atti di violenza in Siria. In un’annotazione i magistrati scrivono che in particolare sembra che Jrad abbia aspirazioni da attentatore suicida in Siria. Portano a questa ipotesi alcune conversazioni intercettate all’interno dell’autovettura, tra l’indagato ed il fratello Abdulwareth: «Andremo a fare il Jihad e poi si torna alle nostre ricchezze». Per il suo viaggio in Siria era già tutto pianificato. Sarebbe partito da Genova: c’era già un furgone pronto per lui. La famiglia in ogni modo ha cercato di fermarlo. Si legge nelle intercettazioni: «Ma quale futuro …questo vuole morire …questo sta andando a morire…vuole morire”, dice la madre del ragazzo. Ed il padre dice “Cosa dobbiamo fare noi…tu puoi fargli smettere? Io non credo, neanche io…il giorno e la notte sempre a pregare, registra sempre il Corano con la sua voce, sento qualcosa io … ma cosa posso fare io…mi chiamano delle persone per dirmi fai attenzione a tuo figlio…a tuo figlio…a tuo figlio, non sono mica contento io, cerco sempre di dirgli le cose in maniera forte…ma lui non sente nulla, non sente che può succedere qualcosa che poi possiamo pentirci di questo…non so cosa fare con lui, non è sveglio…non è sveglio».