Uccise il padre. Per Biggiogero jr chiesta la perizia di uno psichiatra

In 60 giorni le conclusioni sulla capacità d’intendere. Intanto i familiari “perdonano” Alberto con una lettera alla corte di Varese

Omicidio di : affidato l’incarico per la perizia psichiatrica sul figlio . , difensore del quarantaduenne reo confesso di aver assassinato il padre il 15 febbraio scorso nell’abitazione di via dei Mille, ieri, in sede di udienza preliminare davanti al gup di Varese , ha depositato una prima perizia di parte nella quale il consulente nominato dalla difesa accerta che la capacità di Biggiogero jr al momento dell’omicidio era grandemente scemata.

La zia e il fratello di Alberto, rispettivamente sorella e figlio della vittima, hanno inoltre inviato alla corte una toccante lettera in cui “perdonano” Alberto per il gesto compiuto credendo al fatto che l’uomo non era in sé al momento dell’omicidio. Credono, i familiari di Alberto, al suo sbigottimento per l’accaduto e al suo logorante pentimento e dolore per quanto accaduto. Uno stato d’animo di tale prostrazione per quanto accaduto che aveva impedito a Biggiogero di rispondere al gip in sede di udienza di convalida. Una missiva che sottolinea la vicinanza dei familiari a Alberto. Familiari che, naturalmente, non si costituiranno parte civile.

Il gup Chionna ha quindi affidato l’incarico per una perizia psichiatrica super partes come richiesto dalla difesa. Richiesta alla quale il pubblico ministero non si è opposto rimettendosi alla decisione della corte. Il perito, secondo il quesito steso dal giudice, dovrà stabilire se Biggiogero, ammesso al rito abbreviato, era capace di intendere e di volere al momento dell’omicidio del padre ed è in grado di stare in giudizio. Il perito avrà 60 giorni per depositare le proprie conclusioni. Bruno ha sottolineato che San Vittore non è luogo adatto a Biggiogero visto lo stato psicologico in cui si trova. Già in precedenza il difensore aveva chiesto al gip il trasferimento in una struttura di cura. Il gip all’epoca non disponeva però di una documentazione “clinica” che potesse giustificare il provvedimento.

Ieri l’imputato è apparso provato, quasi rallentato nella parlata, a tratti assente. Completamente calvo, è sembrato molto cambiato da quando divenne uno dei testimoni chiave della parte civile nel processo per la morte di Giuseppe Uva.

L’udienza preliminare per l’accusa di parricidio è stata aggiornata al 30 gennaio.