Un addio sulle note jazz per Giorgio e Alessandra

I parenti e gli amici più cari hanno reso omaggio alla coppia morta in via Sanvito

È stato accompagnato dalle note di un quartetto jazz l’ultimo saluto a Giorgio Alberti, 84 anni, e Alessandra Zecchi, 69 anni, i coniugi travolti mentre attraversavano via Sanvito Silvestre sulle strisce pedonali lo scorso 9 aprile.

Il jazz era la grande passione di Alberti, neuropsichiatra di fama e trombettista eccezionale, e con una versione di Amazing Grace in chiave Dixiland gli amici hanno voluto rendere omaggio a lui e a Sandra, amatissima compagna di vita, spirata 48 ore dopo il marito. Un doloro composto quello che ha riempito ieri la basilica di San Vittore dove, alle 10.45 di ieri è stata celebrata la cerimonia funebre.

I feretri dei coniugi uno accanto all’altro davanti all’altare: intorno tanti amici oltre ai familiari, tra i quali Stefano Zecchi, il celebre filosofo, fratello di Alessandra.

«Un curioso destino unisce Giorgio e Sandra, nati nello stesso giorno, e morti a poche ore di distanza dopo 35 anni di matrimonio – ha spiegato monsignor Luigi Panighetti nell’omelia – Una coppia stimata e circondata di affetto, unita anche di fronte alla morte, che ha stroncato la loro vita e lascia un vuoto grande. Ma è alla Pasqua che dobbiamo riferirci per dare un senso e una spiegazione a queste morti, che ci sembrano buie e inesorabili, ma non è cosi. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. La liturgia ci propone il vangelo della Pasqua, e ci fa bene riascoltare l’annuncio dell’Angelo, perché rappresenta la pasqua anche di Sandra e Giorgio. Perché questo dolore si accende di una luce, che colloca il tutto nell’ottica del “per sempre”: i nostri cari sono vivi, camminano insieme a noi, intercedono per noi presso il padre».

Al termine della funzione un’amica della coppia ha voluto condividere il suo personale ricordo di Giorgio e Sandra: «Voi cari amici ci siete sempre stati per noi e noi ci siamo sempre stati per voi – ha detto l’amica di vecchia data – Su di voi un destino crudele ma anche, in qualche modo pietoso. Che vi ha concesso di non sopravvivere l’uno all’altra: la vostra paura più grande. Io adesso vi immagino camminare per mano lassù, in un luogo dove, sono certa, ci sono da un lato il mare e dall’altro la montagna».

Subito dopo un quartetto jazz, tromba, trombone, sax soprano e clarinetto, ha raggiunto il fondo dell’altare. L’ultimo omaggio ad Alberti, il grande jazzista, è stato in musica.

Il quartetto ha eseguito un inno funebre strappato direttamente da New Orleans.

Quindi ha suonato la dolcissima Amazing Grace. I feretri, coperti da identiche composizioni floreali sui toni del verde e del lilla, sono stati accompagnati sul sagrato della basilica.

Tutti i presenti si sono stretti attorno a Giorgio e Sandra, come in un ideale grande abbraccio, mentre risuonavano ancora le ultime note Dixiland.

Poi un lungo applauso ha salutato per l’ultima volta questa coppia unita e innamorata di tutto. Della vita, della musica, della cultura e del bello.