Un aiuto concreto ai bambini del Nepal. Nella scuola vive il ricordo di Paolo Rindi

Un successo l’evento organizzato dall’associazione EcoHimal per sostenere il progetto

È stata un successo la serata organizzata dall’associazione EcoHimal per sostenere la scuola costruita a Bhakarey in nome di Paolo Rindi, il giovane filosofo scomparso in Val Grande all’inizio dell’anno. Moltissime le persone accorse al De Filippi, che ha ospitato l’importante momento di ricordo del giovane e di sostegno ai bambini colpiti dal sisma nel Paese asiatico.

Il progetto, grazie ai fondi raccolti durante la serata, potrà essere completato, dotando l’edificio di servizi igienici, di mobili, banchi e materiale didattico.
«Volevo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito, siete stati grandi – ha detto Fiammetta Masedu, la mamma di Paolo – La costruzione della scuola è stata un grande lavoro terminato in poco tempo, da giugno a ottobre. Grazie anche a coloro che hanno fatto il lavoro manuale, che hanno trasportato tutto a mano,

in una zona impervia, dove non arrivano mezzi e dove anche il clima è estremo. Hanno lavorato sotto l’acqua, con grande fatica, cosa che li nobilita».
«Vorrei spendere anche due parole per la scuola, che racchiude tre cose che Paolo amava: il sapere e la conoscenza, perché i bimbi impareranno a leggere, a scrivere e a farsi una cultura. La montagna, perché la scuola si trova proprio in mezzo alle cime. Il camminare, perché i bimbi andranno a scuola a piedi, proprio come amava fare Paolo. Anche quando lo accompagnavo in macchina, si faceva lasciare un po’ distante dalla scuola per arrivarci a piedi. Il camminare fa di questi bambini dei grandi bambini».
«Paolo era uno studente, da qui l’idea di fare qualche cosa per i bambini del Nepal in età scolare – ha ricostruito Tona Sironi, presidente di EcoHimal – Sapendo del suo amore della montagna abbiamo portato il suo ricordo sull’Himalaya. La scuola è stata costruita nel giro pochi mesi dalla gente del posto, ma senza servizi igienici, che non erano nel budget che era tiratissimo. Ma adesso serve andare avanti».

«Io sono andata a Bhakarey a settembre, quando la scuola era in fase di sviluppo – ha raccontato Yancen Diemberger che si è recata sul posto per insegnare l’inglese e ha illustrato il procedere dei lavori di costruzione della scuola attraverso diapositive. I bambini, che in quella zona sono tantissimi, adesso hanno un edificio che gli accoglie».
Il menù della serata prevedeva zuppa di patate dello sherpa con chapati, momo di carne, samosa alle verdure, riso con lenticchie e verdure, pollo al curry e gelato allo yogurt e mango. Il menu è stato preparato da Ngima Sherpa, uno sherpa che vive a Varese, ma che è originario di Bhakarey.