Un anno senza Nicolò e Marco. Folla e palloncini alla messa

Una folla di amici, parenti e compagni di squadra si è ritrovata in chiesa a un anno dal tragico incidente

Un anno senza Nicolò e Marco. Una messa per dire forte che il dolore non passa e per cercare la forza di andare avanti nell’amicizia, nella preghiera, e nel ricordo. Perché – le parole sono di e , mamma e fratello di Nicolò – l’assenza affatica eppure chiede di essere più vivi.

Ieri sera, nella chiesa di Masnago, i familiari e gli amici di
e hanno partecipato a una messa speciale, organizzata proprio nel giorno dell’anniversario del tragico incidente di Nardò. Il 25 di ogni mese si è tenuto un momento di riflessione e preghiera, ma ieri le atmosfere estive, i colori, il caldo, tutto riportava al giorno della morte dei due giovani.

Il tempo che lenisce le ferite non è ancora trascorso. In chiesa gli amici hanno indossato le magliette personalizzate, quelle fatte fare per il funerale. I Gorillas che giocavano a football con Nicolò erano presenti in massa, così come i Mastini, compagni di hockey di Marco, come a dire che scendere in campo senza di loro non è mai più stato lo stesso. C’erano gli amici di sempre, i compagni di scuola, chi ha fatto un lungo tratto di strada con i due giovani e chi solo qualche passo.

Alla fine della celebrazione, qualcuno ha trovato le parole per dare voce al vuoto che ha accompagnato quest’anno, altri non hanno detto nulla, soffocati dalla commozione. Infine, sul sagrato, sono stati lanciati palloncini con i numeri delle maglie dei due ragazzi, più altri 12 palloncini simbolici, uno per ogni mese passato senza Nicolò e Marco, con i colori di entrambe le squadre. «La preghiera è un modo per tener viva la memoria. Dobbiamo pensare al vissuto di questi due ragazzi, a chi erano, ai valori che avevano e in cosa credevano – commenta don Mauro Barlassina, che ha celebrato la messa e che sta accompagnando i familiari nel lutto – Ci si domanda cosa sia la morte e perché sia arrivata così presto per Nicolò e Marco, ma non esiste una risposta razionale. Possiamo solo guardare il Crocifisso, pensare al Cristo risorto e cercare conforto nella preghiera, e nell’amicizia che continua e che lega ancora oggi amici e genitori dei due ragazzi».

Una risposta al dolore è proprio Marco a darla. Lui che della vita aveva scritto: «Non importa quanto sia duro e difficile questo mondo perché questa vita è perfetta se hai il coraggio di affrontarla nelle sue avversità».