Un arcobaleno saluta Lorenzo. «Guardaci come se fossi qui»

Messaggi, magliette e palloncini per il funerale del quindicenne. La fidanzata: «Ti amerò sempre»

«Lorenzo, sei la luce che ci mostra i colori». È un arcobaleno di luce quello che rimane dentro ogni persona che ha conosciuto Lorenzo Mazzini, il quindicenne investito da un’auto venerdì scorso in via Manzoni. Il funerale del giovane si è svolto nella chiesa di Sant’Andrea e si è aperto con la lettura di una lettera d’amore, quella di Carolina: «Ho avuto l’onore di essere stata l’ultima persona che hai visto. Ti amo e ti amerò

per sempre». Dopo di lei, in diversi momenti della funzione religiosa, gli amici di Lorenzo hanno preso la parola per leggere alcune dediche. «Ciao Mazzi, non voglio dirti riposa in pace – ha detto un giovane – Piuttosto ti dico di continuare a cambiare colore di capelli anche lassù». E, ancora: «Il mio cervello si rifiuta di credere che tu non ci sia più. Mi sembra impossibile, tu che volevi vivere in Giappone e che amavi le lucertole. E’ un po’ come se ci stessi prendendo in giro, ci aspettiamo che tu possa arrivare da un momento all’altro per dirci che era tutto uno scherzo. Il tempo non renderà meno dura la tua mancanza».

Alcuni amici hanno indossato una maglietta con scritto: «Guardaci affrontare questa vita come se fossi ancora qui». Altri si sono dipinti il ciuffo di verde, testimoniando il ricordo vivo dell’amico. Anche don Franco Trezzi, il parroco di Cocquio, ha voluto citare quel ciuffetto colorato: «ero incuriosito da Lorenzo, ragazzo timido e a modo che a un certo punto si è fatto i capelli verdi. Io ci ho visto il modo di manifestare la propria identità. Parallelamente, però, vedevo il passo di Lorenzo farsi adulto: un ragazzo responsabile che rispondeva in prima persona delle sue azioni e che apriva il suo cuore verso gli altri, per esempio verso i bambini dell’oratorio. I piccoli capivano la sua sincerità ed erano sempre intorno a lui, perché con i bambini non si può barare».

Il verde era il colore preferito di Lorenzo. Il funerale è stato celebrato vestendo i paramenti verdi, quelli che si usano nei giorni feriali: «una scelta fatta per celebrare la quotidianità e quindi la vita» ha detto Trezzi.

In un altro passo dell’omelia, don Franco ha parlato di quella che è l’eredità lasciata da Lorenzo alla comunità: «l’esempio di questo giovane ci ricorda che ogni cosa bella e grande ha un costo nella disponibilità che bisogna offrire. Lorenzo, infatti, ha dimostrato disponibilità alla comunità, aprendo il suo cuore».

L’esperienza all’oratorio è stata ricordata anche da Michele: «Ciao angelo, meriti di essere ricordato come una persona meravigliosa. Non eri mai triste, mai arrabbiato, magari avevi i tuoi problemi ma non ti sei mai permesso di trasmetterceli. Questa estate all’oratorio ci hai reso ancora più felici, ci hai dato così tanto in così poco tempo».

Altri amici hanno ricordato il sorriso di Lorenzo, le sue battute, la sua allegria.

La bara, quando è uscita sul sagrato, è stata accolta da un grande applauso. Tutto il paese si è stretto intorno ai genitori di Lorenzo e alla sorella Sara, come a proteggerli e scaldarli da quel freddo che ha attanagliato il paese venerdì, quando Lorenzo si è spento.

Poi il gruppo si è incamminato verso il cimitero portando tantissimi palloncini colorati. Su ogni palloncino c’era un messaggio scritto per Lorenzo che, come ha detto don Franco, «adesso sta vivendo pienamente, in un luogo dove non ci sono contrasti. Dove gli animali, con i quali aveva un rapporto delicato, vivono insieme. Lorenzo rimane dentro di noi come la luce che ci mostra i colori».