Un consiglio sul Referendum costituzionale? Bagarre tra Lega e Pd

Il segretario cittadino del Carroccio Marco Pinti propone una seduta ad hoc per parlare della consultazione di dicembre. I democratici non ci stanno

Scontro in aula sul Referendum costituzionale. Nella seduta del consiglio comunale di ieri sera la maggioranza ha bocciato la proposta del consigliere comunale del Carroccio Marco Pinti, che chiedeva di dedicare una seduta ad hoc sulla consultazione di dicembre, dal momento che «si tratta di un tema importante e non c’è ancora oggi una sufficiente informazione». Tuttavia, dai banchi del Pd, il capogruppo Luca Conte ha risposto che «il consiglio comunale non è il luogo adatto, perché serve per l’attività amministrativa della città. L’ideale sarebbe organizzare un dibattito pubblico».

Le due posizione non hanno trovato un punto di incontro e ne è nata una polemica.

«Il Pd dovrebbe cambiare nome: da Partito democratico a partito antidemocratico, visto che non perdono occasione per dimostrare la loro scarsissima considerazione per gli strumenti della democrazia e per la partecipazione» ha attaccato Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega Nord al Pirellone.

«Nonostante ciò e 10 firme necessarie siano già state raccolte e quindi il consiglio tematico si farà comunque, come previsto dal regolamento – continua Monti – a dirla tutta comprendiamo l’imbarazzo, e la paura, dei cosiddetti democratici nel dover discutere in aula della riforma costituzionale peggiore della storia».

«Il Pd – prosegue Davide Quadri, coordinatore provinciale dei Giovani Padani di Varese – si arrocca come suo solito su rendite di posizione. Al posto di aprire il confronto ai cittadini, gli esponenti della maggioranza si trincerano dietro agli ordini di partito, sapendo di essere in difficoltà, trovandosi a dover difendere una pessima riforma, che probabilmente nemmeno i loro elettori voteranno».

La risposta del capogruppo del Pd Luca Conte non tarda ad arrivare.

«Abbiamo colto positivamente lo stimolo del consigliere Pinti – dice Conte – poiché crediamo che ogni occasione di confronto sul referendum sia utile. Riteniamo tuttavia che il consiglio comunale non sia la sede opportuna avendo altri compiti, non permettendo un dibattito aperto ai cittadini e, non da ultimo, per i costi del consiglio stesso. Più opportuno sarebbe stato farsi promotori ed organizzare un dibattito aperto sul tema. Siamo dispiaciuti che Pinti non abbia accolto la nostra proposta».