Un professore per i giovani ricoverati varesini

Un importante servizio, quello istituito dall’Ufficio Scolastico Territoriale, per garantire lo studio

Sono, questi, i primi giorni di scuola per tutti gli studenti varesini: giorni di emozioni, di novità, conferme, abbracci, amicizie ritrovate e del sapore del futuro che si promette nella scelta di una scuola, nelle ore di lezione che i primi giorni volano più leggere e nelle pagine ritrovate da studiare al pomeriggio, con la freschezza delle vacanze ancora nelle vene.

E poi ci sono gli insegnanti: alcuni di loro sono la luce che rischiara un orizzonte, che definisce un percorso, che incanala nella giusta via, e sono, queste, le ore cruciali per innamorarsene e sceglierli come guide verso il domani.

Di maestri di vita se ne trovano fortunatamente ancora molti: ma dal 12 settembre, inizio ufficiale del nuovo anno scolastico per la Regione Lombardia, ce n’è uno nuovo anche all’Ospedale Mamma – Bambino, il polo ospedaliero inaugurato l’8 di maggio sulla fortunata traccia del Del Ponte.

Nel nosocomio che ancora non ha un nome ufficiale, ma solamente proposte di intitolazione, martedì mattina ha preso il ruolo un dirigente nuovo.

Non un medico, bensì un docente di matematica dipendente dall’istituto professionale Luigi Einaudi e che verrà destinato alla Scuola in Ospedale.

Cristofaro Imperato, questo il nome del professore: ha svolto per tanti anni servizio di volontariato in corsia e contemporaneamente ha insegnato ai corsi serali del Newton.

Buono e un po’ timido, dalla gestualità tenera, dal sorriso gentile: grazie a lui anche gli studenti delle superiori e delle medie ricoverati in ospedale potranno aver garantita la continuità degli studi, soprattutto quando la degenza è lunga e rischierebbe di alimentare un serio vuoto di preparazione e compromettere gli esiti di un anno scolastico già pieno di ombre per la malattia in corso.

Si tratta di un’importante novità varata dall’Ufficio Scolastico Territoriale, che rende veramente completa la Scuola in Ospedale pertinente al Ponte del Sorriso Onlus, l’associazione capitanata da Emanuela Crivellaro che si propone di restituire ai giovani ricoverati, attraverso la dimensione della spensieratezza e l’attenzione per il quotidiano, il senso della normalità delle giornate oppresse dalla routine clinica di una degenza ospedaliera.

Nata 23 anni fa grazie all’interesse del Comitato di Tutela del Bambino in Ospedale e la sollecitudine dell’allora Provveditore agli Studi Giuseppe Solerte, che si impegnò a realizzare un progetto pionieristico in Italia proprio al Del Ponte, quando ancora le leggi che garantivano la prosecuzione degli studi ai ricoverati in strutture ospedaliere non erano state varate, la Scuola in Ospedale vide fra gli insegnanti che collaborarono al progetto dai suoi esordi Rossella Dimaggio, attuale assessore ai Servizi Educativi.

Così, in origine, presso l’Ospedale Del Ponte si costituì una vera e propria scuola primaria dipendente dall’istituto comprensivo “Anna Frank” e coordinata con le attività dell’associazione Ponte del Sorriso: fu Margherita Giromini, allora dirigente della Parini, a volere fortemente la sua realizzazione istituzionale: da allora, in breve, anche Tradate e Busto Arsizio, sul modello di Varese, ebbero le loro Scuole in ospedale. Da otto anni a questa parte la maestra “tuttologa”, come quelle di una volta, è Margherita Bongiorno, che ha fondato una vera e propria “multiclasse” della primaria in una stanza adibita ad aula messa a disposizione dall’ospedale, e che mantiene i contatti con le scuole di provenienza dei ricoverati. Bella, dolce, positiva, Margherita ha le qualità per essere un punto di riferimento culturale e psicologico nei giorni più sfortunati che possano capitare ad un bambino.

«Si tratta di un’esperienza innovativa – racconta – che si gioca in gran parte sul piano psicologico relazionale ed affettivo sia con i giovani degenti che con le loro famiglie: è, lo confesso, estremamente coinvolgente, perché continuamente a contatto con la sofferenza e la preoccupazione che talvolta si fanno angoscia e, purtroppo, non raramente anche con la morte».

Fare lezione in ospedale garantisce e tutela il diritto allo studio – in ospedale si sostengono anche gli esami – e il continuum nel ricovero: riporta il senso dell’abitudine ad una progettualità, oltre al fatto che è giusto e sacrosanto che durante la malattia i ragazzi, potendolo fare, rimangano alla pari con i programmi scolastici.

«La scuola – conclude Emanuela Crivellaro – è importante per ridare al bambino il senso della concretezza e della normalità delle giornate: e su nostro suggerimento le mamme vestono i loro bambini proprio come per entrare in classe». Un piccolo miracolo, quello della scuola taumaturgica, che siamo ben orgogliosi di avere a Varese.