«Un rifugio in cima alla funicolare. Per le associazioni della nostra città»

Rinaldo Ballerio: «In futuro una struttura del genere ci permetterebbe di tenere viva la festa»

La festa degli Alpini al Campo dei Fiori si porta dietro un sogno. E a raccontarcelo è , che nella vita manda avanti un’azienda come Elmec ma non ha problemi a mettersi in testa il suo cappello da Alpino e darsi da fare per la festa. «I numeri dell’anno scorso – dice – sono stati enormi: ma sappiamo che non sarà sempre così e che questa festa, per tanti motivi, andrà verso un lento ma inesorabile declino.

E allora, bisogna cambiare». Cambiare come? «Ecco, ecco il nostro sogno. La vecchia biglietteria della funicolare, qui in cima, è di proprietà del comune. Noi durante la festa la utilizziamo come cucina, ma per tutto l’anno resta vuota. Vogliamo che diventi un rifugio, un rifugio con dei posti letto nel piano superiore e la possibilità di ospitare delle persone durante tutto l’anno. Un rifugio che gestiremmo noi e che metteremmo a disposizione della città e delle sue associazioni. Ecco: con questa struttura, potremmo organizzare e gestire degli eventi più semplici, che non richiedono la forza organizzativa di questa festa. Noi ci crediamo».

Ecco, il sogno degli Alpini. Ma questa è gente abituata a fare, più che a parlare: i sogni, sono obiettivi. Quindi, quando è fattibile questo progetto? «Ne stiamo parlando, ne abbiamo parlato con il sindaco. La volontà di andare avanti su questa strada c’è: ora bisogna farlo». E allora, facciamo che La Provincia di Varese si innamora di questo progetto e vigilerà perché non vada a morire. Rinaldo Ballerio, però, parla un po’ anche della festa di quest’anno: «Venite, e veniteci in un modo nuovo. no, non prendete la funicolare: prendete la pedicolare. 1600 gradini da salire, dalla stazione di valle fino a qui: un percorso meraviglioso e perfettamente sistemato. Veniteci e veniteci a piedi, ognuno con il suo passo. Faccio questo appello: a chiunque arriverà qui a piedi dopo aver fatto la “pedicolare”, garantisco razione doppia di polenta».

No, oggi il futuro non fa paura. Non in questo posto, non davanti a questa polenta, non in mezzo a queste persone. «Togliere la “naja” – dice il “Generale” Botter – è stato un errore enorme. Perché permetteva ai nostri ragazzi di tirarsi fuori, perché dava dei valori. Ma soprattutto, e parlo di noi Alpini, permetteva di entrare in contatto con un mondo fatto di fratellanza, coesione. Questi valori, tutti, sono qui: sono nel nostro passato, ma sono anche nella nostra festa».