Un viaggio in bici per conservare la memoria dell’orrore

Dopo la partenza da Tradate, ieri Giovanni Bloisi è stato accolto a Varese, nella sede dell’Anpi

Un viaggio della memoria in bicicletta, dall’Italia ad Israele, sulle orme degli orfani ebrei che da tutta Europa passarono dal nostro Paese per raggiungere la loro patria.

Parliamo del tour ciclistico della memoria di Giovanni Bloisi, che attraverserà l’Italia visitando i Memoriali della deportazione, quelli dell’accoglienza nel dopoguerra agli ebrei sopravvissuti alla Shoah e quelli della Resistenza sino a Brindisi.

Da lì, Bloisi si imbarcherà per la Grecia e concluderà il suo viaggio allo Yad Vashem, il Memoriale israeliano della Shoah. Dopo la partenza a Tradate, ieri in mattinata Giovanni Bloisi è stato accolto presso la sede di ANPI provinciale Varese per poi proseguire sino al palazzo municipale di via Sacco e continuare da lì il viaggio.

«Oggi è andata molto bene», ci ha raccontato la presidente di Anpi Varese Ester De Tomasi sottolineando che: «C’è stata una grande partecipazione dalle sezioni Anpi e dalle istituzioni: il prefetto ci ha inviato una lettera da leggere durante l’evento ed il ciclista della memoria è stato accolto anche dal coro».

Presente anche la FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), che ha mandato dei suoi delegati, rigorosamente sulle due ruote.

«Se ci fermiamo un attimo alla storia del ciclista ed a cosa vuol far ricordare con questo grande progetto, torniamo indietro nell’immediato dopoguerra, quando a Selvino, un paese vicino a Bergamo, in una ex colonia fascista abbandonata dopo la liberazione, il Comitato Nazionale di Liberazione insieme al comune di Milano ha messo in piedi una grande opera di accoglienza per 800 bambini reduci dai campi di concentramento».

I bambini sono «tornati alla vita e sono progressivamente tornati in società. Ora quel luogo è abbandonato ed il ciclista della memoria sta facendo tappe ovunque per sensibilizzare l’opinione pubblica affinché si torni a guardare a quel posto e si faccia qualcosa per salvarlo».

Due gli aspetti significativi da sottolineare: «Non far dimenticare ciò che è successo poco più di 70 anni fa, andando oltre la Giornata della Memoria per ricordarlo sempre, perché la storia purtroppo si ripete e noi dobbiamo essere vigili per tutelare i valori che l’Anpi porta avanti».

Il secondo aspetto è quello dell’accoglienza: «Allora Selvino era un paese di 600 anime, fiaccato dalla guerra, eppure il paese ha saputo accoglier ed aiutare questi 800 bambini. In un momento delicatissimo dobbiamo prendere esempio da loro e da ciò che hanno fatto».