Una donazione per l’oncologia pediatrica. Così l’amore di Daria vivrà per sempre

L’iniziativa delle colleghe della donna investita e uccisa sulle strisce a Varese: «Lei amava i bambini, per lei non era soltanto un lavoro. Ci credeva profondamente»

– Una donazione alle associazioni di volontariato che operano nel reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale Del Ponte di Varese. Il modo migliore «per ricordare Daria».

È intriso di dolore lo sguardo dei colleghi di , la giovane infermiera di 25 anni, morta nella notte tra mercoledì e giovedì dopo essere stata travolta da un’auto in via Magenta.

Daria, che da qualche mese lavorava nel reparto di pediatria dell’ospedale varesino, aveva appena finito il turno serale. Erano da poco passate le 22.30 quando la giovane ha attraversato la strada sulle strisce per tornare a casa. Daria abitava in centro e a lavorare ci era andata a piedi.

«Ci siamo detti a domani salutandoci», raccontano i colleghi senza riuscire a trattenere la commozione: «È morta poche ore dopo».

C’è, soprattutto tra gli amici più stretti della venticinquenne che, originaria di Valenza Po, qui si era fatta immediatamente voler bene, poca voglia di parlare. «Vogliamo soltanto stare tra noi, ricordarla per l’angelo che era», dicono gli amici.

La salma della venticinquenne è stata composta all’obitorio della Rianimazione del Circolo, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Molto probabilmente lunedì sarà affidato l’incarico per l’autopsia. Quindi sarà fissata la data dei funerali.

«Che saranno celebrati probabilmente a Valenza Po – dicono i colleghi – ci saremo. Ci saremo per far sapere alla sua famiglia che persona fantastica era Daria. In queste ore il pensiero è fisso a quella madre che alle 3 di notte riceve una telefonata con la quale la informano che Daria è morta. Saremo lì per lei».

Un dolore tangibile tra tutti i colleghi. Un dolore sfociato in una proposta: «perché invece di mandare fiori non fare una raccolta fondi, a offerta libera, tra tutti noi colleghi e medici, tra tutto il personale del Del Ponte, da donare a chi gratuitamente aiuta i bambini malati?».

La proposta ha iniziato a circolare ieri. «Daria amava i bambini – raccontano i colleghi – questo per lei non era soltanto un lavoro. Credeva profondamente in ciò che faceva. E soprattutto lo faceva con amore». E allora «quale modo migliore per ricordarla, per renderle omaggio, se non quello di dare ancora un sostegno a quei piccoli che lei adorava?».

Meglio di un fiore di cui poi non resta nulla, un aiuto concreto a chi spende il proprio tempo libero nello stare accanto ai piccoli malati. «Piccoli guerrieri», come li chiamava Daria che è riuscita a fare la differenza anche per i genitori dei bimbi.

In tanti ieri chiedevano notizie di lei, di ciò che era accaduto. In tanti, di questi genitori ai quali è affidato un fardello pesantissimo, hanno chinato la testa per nascondere le lacrime appreso che Daria non c’era più. I racconti si intrecciano e di lei tutti ricordano la dolcezza ma anche l’infaticabilità. E la straordinaria umanità di questa giovane professionista che anche con una semplice parola sapeva dare conforto a quegli stessi genitori. Con il dolore si mescola la rabbia.

«Perché una cosa del genere?» è la domanda ricorrente. Daria che si stava avviando alla vita. Daria che tra le corsie del Del Ponte diventava ogni giorno più grande. Ogni giorno più forte. Daria che sognava, amava viaggiare. Daria innamorata. Daria rapita dalla bellezza dei Giardini Estensi. Perchè Daria non c’è più? «E più ci pensi – dicono i colleghi – meno riesci a trovare una spiegazione. Lei era speciale, non doveva accadere quello che è accaduto».