Usavano i binari come sentieri, travolti due migranti

I due uomini non volevano dormire in stazione preferendo avvicinarsi al posto di lavoro ad Albizzate

«Non volevamo dormire in stazione. Abbiamo deciso di avvicinarci ad Albizzate. Dovevamo andare a lavorare presto la mattina successiva». Così una delle due vittime dell’incidente ferroviario avvenuto intorno alle 23.50 di ieri lungo la Varese-Treviglio a un paio di chilometri dalla stazione di Varese.

Chi ha parlato con gli agenti della Polizia Ferroviaria di Gallarate, immediatamente intervenuti, è un giovane cittadino marocchino di 30 anni, richiedente asilo e ospite nella comunità Exodus di Gallarate. Con lui c’era un connazionale (nato in Libia) di 45 anni attualmente ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale di Circolo di Varese dopo l’impatto con il convoglio partito da Treviglio e diretto a Varese. Il trentenne ha raccontato che, come molti altri cittadini stranieri fanno non conoscendo la viabilità della zona e dovendo spostarsi a piedi, i due hanno deciso di seguire i binari certi così di arrivare ad Albizzate.

E di dormire in stazione, in quella che di notte è diventata ormai una vera tendopoli dei disperati, entrambi non avevano alcuna voglia. Forse anche per ragioni di sicurezza i due non sono tra gli abituali frequentatori di quel rifugio abusivo per disperati più volte finito al centro della polemica politica ma di fatto ancora presente e ben visibile. I due hanno quindi deciso di seguire in “contromano” il binario che corre in direzione nord. Quello che percorrono i treni diretti a Varese e che loro invece hanno percorso in direzione opposta. Probabilmente pensavano che a quell’ora non vi fossero più convogli in transito. Il trentenne, ferito in modo lieve, camminava sul ciglio della massicciata. Il connazionale camminava sul binario. In un tratto estremamente buio.

Camminavano e hanno visto sbucare il treno regionale 23084 partito da Treviglio da una curva quando ormai era troppo tardi. Il trentenne, già sul ciglio è riuscito a spostarsi. Il quarantacinquenne s’è visto il treno arrivare di fronte terrorizzato. Si è spostato leggermente ma non è riuscito a evitare l’impatto.

Il macchinista, che si è trovato quelle due persone che camminavano sui binari nel buio all’improvviso, ha tentato il tutto per tutto. Ha attivato il dispositivo di allarme sonoro e ha azionato il freno di emergenza. Ma fermare un treno all’improvviso in pochi metri è praticamente impossibile. L’impatto è stato inevitabile. Sono intervenuti sul luogo anche i vigili del fuoco e i mezzi di Areu: il quarantacinquenne è stato stabilizzato sul posto e trasportato in codice rosso all’ospedale di Circolo di Varese.

La circolazione è rimasta ferma sino all’1.20: in quel momento sul convoglio erano presenti otto passeggeri. Quasi nulli i disagi per i pendolari vista l’ora. L’incidente apre però un problema non indifferente. Oltre a riaccendere l’attenzione sul degrado sempre presente nelle stazioni varesine, amplifica un fenomeno pericolosissimo. L’utilizzo dei binari da parte dei migranti come sentieri per raggiungere a piedi e con certezza luoghi distanti anche chilometri. Con il rischio che incidenti come quello dell’altra notte diventino frequenti.