Varese in prima linea per l’Africa

Cuamm, associazione non governativa, ha presentato una serie tv che parla dei suoi volontari

“Medici con l’Africa Cuamm”, dal mese di maggio appena concluso fino ad ottobre, sta organizzando un ciclo di eventi e incontri sul territorio della Lombardia per far conoscere l’attività dei suoi volontari e i diversi volti della loro esperienza. Cuamm, nata a Padova nel 1950, è tra le più importanti Organizzazioni Non Governative italiane e si impegna nella promozione e nella tutela della salute delle popolazioni africane. Attualmente l’organizzazione è presente in sette paesi dell’Africa sub-Sahariana: Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sudan del Sud, Tanzania e Uganda, dove è presente con oltre 800 operatori internazionali tra medici, paramedici e tecnici in 72 progetti di cooperazione principali e un centinaio di micro-realizzazioni di supporto.

Mercoledì “Medici con l’Africa Cuamm” ha fatto tappa a Varese in una conferenza tenuta all’Università dell’Insubria. È stata l’occasione per fare il punto della situazione dei progetti e dell’attività dell’organizzazione con il suo direttore, don Dante Carraro, e il presidente della sezione varesina, Aurelio Sessa, e allo stesso tempo per presentare al pubblico, con il regista Nicola Berti, “Ciao mamma, vado in Africa”, la serie tv andata in onda tra il 14 e 18 febbraio su Tv2000 che racconta le storie di giovani partiti per l’Africa insieme a Cuamm. Questa iniziativa realizzata per Cuamm è volta a raccogliere fondi per il progetto “Prima le mamme e i bambini. Mille di questi giorni”, che mira a garantire un parto sicuro e gratuito alle donne dei sette paesi africani in cui la ONG opera.

La serie si compone di cinque puntate di 25 minuti girate in cinque paesi, Tanzania, Sierra Leone, Uganda, Mozambico ed Etiopia, e ha nove protagonisti tra medici e specializzandi in medicina, tecnici, esperti di relazioni internazionali e di logistica, tutti accomunati dalla passione per l’Africa e il desiderio di aiutare chi ha davvero bisogno. “Ciao mamma, vado in Africa” si propone  infatti di indagare le motivazioni che hanno spinto i giovani a partire, descrivendo le situazioni che hanno dovuto affrontare, non come eroi, ma come semplici persone che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco. Alla serie televisiva è seguita anche un’omonima “webserie”, online su Repubblica.it dal 7 aprile, che in brevi videoclip racconta l’esperienza di altri ragazzi che hanno scelto di partire per l’Africa insieme all’organizzazione.

Alla conferenza ha fornito la sua testimonianza anche un ospite di eccezione, Pietro del Re, inviato e reporter in zone di guerra di “La Repubblica”, che ha mostrato al pubblico foto e video da lui ripresi in alcune tra le zone più difficili del pianeta. Molto significativo è stato infine il racconto di Stefania Drovandi, neolaureata varesina e volontaria Cuamm, partita per l’Etiopia con il Programma SISM dedicato agli studenti di medicina: «Sono partita quest’estate dopo essermi laureata e ho trascorso un mese in Etiopia.

È stata la mia prima esperienza in un mondo e in un contesto ospedaliero così diverso e le sensazioni prima di partire erano di insicurezza e paura di non essere all’altezza di fronte a certe situazioni. Poi, però, sul posto mi sono sentita a mio agio, grazie al fantastico supporto sia umano che formativo dei medici Cuamm, e soprattutto estremamente utile per quello che facevo. Una volta lì è incredibile come si riesca a tirare fuori il meglio di sé e ad adattarsi ad ogni situazione, anche la più impensabile, trovando soluzioni semplici a problemi enormi. Sono tornata dall’Africa convinta di vivere nel lusso più sfrenato, pur avendo una vita assolutamente normale, dopo aver visto cosa significa non riuscire nemmeno a soddisfare i bisogni primari. Viviamo ad esempio nel paradosso di poter addirittura discutere del valore e dell’opportunità delle vaccinazioni, mentre la popolazione etiope non ha questa possibilità, ma sa bene perché i vaccini sono nati e a cosa servono. A coloro che vorrebbero intraprendere questa viaggio dico – ha concluso Stefania Drovandi – di non cedere alle paure prima della partenza. Non bisogna essere supereroi o avere virtù segrete per affrontare questa esperienza, che ritengo molto importante in quanto cambia e aggiusta le tue prospettive, facendoti focalizzare sulle cose davvero basilari».