Varese regina dei quattrini in Svizzera. In seimila pronti a riportarseli a casa

Adesione alta alla voluntary disclosure targata Renzi: siamo sul podio lombardo. Il 90% dei capitali detenuti illecitamente all’estero era oltrefrontiera: sorride il Fisco

– Funziona in Lombardia e anche a Varese, la voluntary disclosure, ovvero la possibilità introdotta dal Governo italiano, per i contribuenti che detengono illecitamente capitali all’estero, di riportarli nel nostro Paese, regolarizzando la propria posizione davanti al Fisco. Partita in sordina, questa iniziativa voluta dall’esecutivo di , sta invece riscontrando il favore dei contribuenti che vogliono far rientrare i loro capitali oggi detenuti illegalmente all’estero. In provincia di Varese, il numero di contribuenti che hanno aderito alla voluntary disclosure è di 5.846, cifra ragguardevole, che ci fa conquistare il secondo posto regionale alle spalle soltanto del capoluogo Milano.

È ovviamente la confinante Svizzera, il Paese preferito dai varesini, addirittura nel 90% dei casi, per detenere illegalmente dei capitali, seguiti da altri Stati che, diciamo così, forniscono altrettanta garanzia di riservatezza come Lussemburgo, San Marino, Liechtenstein e Principato di Monaco. L’obiettivo della misura del governo italiano è quella da un lato di far emergere l’evasione fiscale attraverso autodenunce e dall’altro anche fare un po’ di cassa, grazia al pagamento di tutte le tasse che sono state evase negli anni.

Obiettivo non a portata di mano però, nonostante le numerose adesioni, proprio perché così tante pratiche sono impossibili da gestire e portare a conclusione entro i termini previsti dalla legge, ovvero il 31 dicembre del 2016, Varese compresa ovviamente, da parte dell’Agenzia delle Entrate. A denunciare questa situazione a livello nazionale sono i sindacati di categoria, che sottolineano il forte rischio che la voluntary disclosure si risolva in un buco nell’acqua. I rappresentanti dei lavoratori hanno fatto due conti sul lavoro immane che aspetta i dipendenti dell’Agenzia

delle Entrate; per esaminare la documentazione di ogni contribuente ci vogliono circa 18 ore di lavoro. In media, i funzionari riescono ad esaminare quattro annualità, emettendo altrettanti avvisi di accertamento per ogni evasore. Facile fare i conti per Varese, dove all’Agenzia delle Entrate lavorano 35 persone, chiamate ad esaminare ben 5.846 pratiche entro la fine dell’anno; risultato molto difficile da conseguire, come peraltro in quasi tutte le province della Lombardia, dove si concentra il 49% sul totale nazionale delle autodenunce alla voluntary disclosure, per un gettito totale di 1 miliardo e 700 milioni di euro.I sindacati dei lavoratori pubblici hanno avanzato alcune proposte a livello regionale per riuscire a portare a buon fine tutte le pratiche di evasione fiscale aperte; un problema che secondo i rappresentanti dei lavoratori viene sottovaluto dal governo.

Una prima proposta è quella di trasferire, mediante opportuni incentivi, nelle zone “calde” del nord Italia i colleghi delle sedi delle Agenzie delle Entrate del centro sud, dove la voluntary disclosure non ha avuto successo. Una seconda proposta del sindacato è poi quella di implementare il telelavoro in modo da sveltire le pratiche, approntando squadre di lavoro ad hoc; anche a Varese è insomma iniziata la corsa contro il tempo del Fisco.