Via Pasquale Macchi al Sacro Monte. «Una scelta opportuna e simbolica»

Intitolato al Monsignore l’ultimo tratto di via del Ceppo, alla presenza di sindaco e autorità religiose e civili

– Via Monsignor Pasquale Macchi ora accoglie i pellegrini del Sacro Monte.È stato inaugurato ieri mattina l’ultimo tratto di via del Ceppo, alla presenza di autorità civili e militari, sacerdoti, associazioni, istituzioni e familiari, insieme a persone che hanno conosciuto il vescovo varesino, segretario personale di Montini come arcivescovo di Milano prima e poi come pontefice, arciprete del santuario del Sacro Monte di Varese e Arcivescovo di Loreto.

«L’iniziativa portata avanti dalle amministrazioni comunali, passata e attuale, è buona e positiva perché mantiene la memoria di chi ha dato alla città, e non solo, un grande contributo spirituale» ha spiegato monsignor Franco Agnesi, vicario episcopale per la zona di Varese, presente insieme al Prefetto Giorgio Zanzi, al Sindaco di Varese Davide Galimberti, all’arciprete del Sacro Monte monsignor Erminio Villa e ad un rappresentante dell’ente Provinciale. «Mi pare una scelta opportuna e simbolica. Lo stesso Macchi ha detto che Maria lo ha accompagnato nella sua vita e la strada ricorda il cammino compiuto, ma anche quello che la figura del vescovo varesino ci stimola a fare».

Agnesi ha poi aggiunto un suo desiderio personale. «Mi piacerebbe che la statua raffigurante monsignor Macchi, attorno alla quale ci siamo ritrovati ieri, fosse messa proprio sulla strada che porta il suo nome, perchè ci accolga, con le braccia aperte, nell’ultimo tratto che ci porta al Santuario, che tanto ha amato».

«Tutte le autorità hanno avuto parole benevole nei confronti dello zio, don Pasquale – ha detto Enrica Bosoni, nipote di Macchi – Sono stati unanimi nel sottolineare il bisogno di intitolare una strada a una persona che tanto ha fatto per il Sacro Monte. Abbiamo apprezzato in particolare il ricordo del prefetto che ha fatto emergere, il lato più umano della personalità dello zio. Per noi parenti è importante che venga portato avanti il suo ricordo e che si continui a conoscerlo».

È concorde monsignor Erminio Villa, arciprete del Sacro Monte«è un modo per fare memoria di una persona che tanto ha inciso sulla vita della città come uomo di Chiesa, di dialogo e di cultura, in particolare attraverso l’arte e il ripristino delle cappelle e dei musei del Sacro Monte».

Un bel segno «l’utilizzo che si è fatto di questo spazio da parte della società civile. Oggi ancora gli uomini si mettono in cammino su queste strade, verso Dio che è bellezza che salva».

Ieri Santa Maria del Monte che ha ospitato «tre momenti intensi: la presenza del nuovo arcivescovo, venuto come pastore e pellegrino, la via intitolata a monsignor Macchi e la commemorazione di Paolo VI, tenendo vivo il suo magistero, quanto mai profetico».