Vincere uno a zero è la vera essenza dei biancorossi

Il commento pre Varese-Borgosesia di Fernando Di Cristofaro

Valgono più tre vittorie consecutive per 1-0 che dieci per 5-0. Valgono, perché sono arrivate soffrendo e giocando. Lottando e correndo. Valgono perché gli avversari valevano, e perché qualunque cosa accadesse in campo, le partite sono sempre state nelle mani di Ernestino Ramella: lì, tra le sue dita, pronte a stringere e strangolare il match quando era giusto farlo, pronto ad aprire la presa e far respirare i suoi quando era necessario farlo. Nelle prime tre gare del Varese abbiamo visto un gioco che latitava da quando mister Stefano Bettinelli si è

alzato da quella panchina ormai due anni fa. A Proposito, lo aspettiamo allo stadio, a guardare, a piangere, a sorridere con il suo Varese, perché certe storie d’amore non possono e non devono finire mai. Abbiamo visto il gioco che è, da sempre, il marchio indelebile di quella piccola squadra dal grande pubblico nata, cresciuta e benedetta dal Sacro Monte. Sporco come fango e duro più della roccia; di rimessa quando serve e di forza quando si deve; di corsa, di sudore, di animo. Senza troppi tatticismi, senza troppi fronzoli: semplice e basilare come la passione che muove i più di mille abbonati biancorossi. Mister Ramella è tutto questo, e se lo chiedete a noi, vi risponderemo che non l’avremmo mai e poi mai detto, perché per la sua storia, le sue partite, finiscono 5-4. Siamo stati duri e scettici. Siamo stati pungenti e ficcanti, nei suoi riguardi. Eppure il suo Varese sta dimostrando sul campo di essere tutto ciò che abbiamo sempre (e da sempre) chiesto di essere a questa squadra. Quindi, mister, continui pure con gli 1-0. A noi, va bene così.