Violenze contro gli infermieri. L’Ipavsi di Varese si costituisce parte civile

Gli ultimi episodi nel triage del Pronto Soccorso pochi giorni fa

– Violenza fisica e verbale contro gli infermieri: accade sempre più spesso, così il Collegio Ipasvi di Varese ha deciso di costituirsi parte civile nei contenziosi che ne conseguono.

La decisione, annunciata ieri dal presidente varesino degli infermieri, , è arrivata al termine di un’escalation di episodi culminata due settimane fa con un intervento della Polizia nella sala d’aspetto del Pronto soccorso del Circolo.

«Nel reparto di emergenza di Varese, come ormai accade ovunque, vige la regola che, dopo la prima verifica del Triage in accoglienza, gli accompagnatori possono seguire i pazienti all’interno del reparto per ulteriori visite, esami o accertamenti, solo in caso di effettiva necessità riscontrata, oppure per pazienti over 65enni o minorenni», ricorda Aurelio Filippini. Ma la regola non sempre viene compresa ed accettata. Proprio questo è capitato due settimane fa al Circolo, quando un gruppo di accompagnatori ha dato in escandescenze al Triage, costringendo i paramedici a richiedere l’intervento delle Forze dell’Ordine.

«L’aggressione fisica e verbale di queste persone che volevano a tutti i costi superare la barriera del triage non solo ha messo in serie difficoltà l’infermiera, l’operatrice socio sanitaria e la guardia di turno all’accoglienza, ma ha creato disagio anche agli altri pazienti e al lavoro del reparto, tanto che le Forze dell’Ordine, come sempre, hanno fatto partire in automatico, una denuncia contro gli aggressori per interruzione di pubblico servizio», racconta Filippini. Ed è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per la categoria degli infermieri varesini.

Purtroppo le aggressioni contro gli infermieri, fisiche o verbali, anche attraverso i mass media, sono in aumento. «Accadono più spesso in Pronto soccorso, ma anche negli altri reparti, in ambulatorio, nei centri diurni o nelle residenze per anziani e a perpetrarle sono più spesso parenti e accompagnatori che non i malati», spiega il presidente del Collegio Ipasvi di Varese. Sono situazioni che si presentano magari in condizioni di forte preoccupazione, tensione e stanchezza «ma non bisogna superare il limite – avverte Aurelio Filippini – Gli infermieri hanno il dovere deontologico e legale di agire con professionalità e competenza all’interno della relazione di aiuto, ma hanno anche il diritto di essere riconosciuti e trattati con educazione e rispetto in quanto professionisti e persone».

E poi conclude: «Gli infermieri non sono nemici né tanto meno bersagli, ma alleati competenti dei cittadini».