C’era una volta l’olio di Oltrona

Gavirate - La rilettura di una pergamena che risale all’anno 959 ha permesso di fare una gradevole scoperta

– Nuova importante scoperta storica, riguardo la produzione di olio di oliva di qualità sul nostro territorio, a Gavirate. A portarla alla luce è Santo Cassani, storico locale e presidente dell’associazione culturale “Il Sarisc” di Oltrona al Lago, che da diversi anni si occupa di condurre ricerche in questo campo, su cui ha scritto anche dei libri. Proprio in questa splendida località gaviratese, affacciata sul lago di Varese, si produceva olio di oliva. La rilettura di un’antica

pergamena fornisce notizie inedite su questa attività ed in particolare di quella dell’archivio di Santa Maria del Monte di Velate a Varese. Questo documento riporta l’inventario delle decime di natura agricola, grano, vino e olio di oliva, che i contadini che gestivano i fondi erano tenuti a versare alla Chiesa. «La pergamena risale all’anno 959 e riveste una notevole importanza storica – spiega Cassani – perché, a oggi, è il documento più antico che cita i paesi di Bosto e Oltrona al Lago. Il Codex Longobardie è del 962, mentre la pergamena si rivela per l’interpretazione del contenuto che la pone nel 959». Il documento è stato pubblicato nel 1937 da Cesare Manaresi e più recentemente, nel 2005, da Patrizia Merati nel libro edito in tre volumi “Le carte della chiesa di Santa Maria del Monte di Velate”. «La rilettura di cui parliamo – prosegue lo storico di Oltrona – si deve al professor Andrea Castagnetti, che da noi interpellato, ha confermato di aver studiato la pergamena sottoponendola alla lampada di Wood nel 1936 e di aver pubblicato nel 1979 l’esito delle ricerche in un libro». Notizia citata in parte anche nel libro di Patrizia Merati; nella pergamena, lo studioso ha rilevato, nella parte mancante del documento, la presenza della parola Vultruna, ovvero Oltrona, accanto a quella di Bosto, andando così a completare la frase. «E’ una notizia storica importante perché la pergamena afferma senza ombra di dubbio che prima del 950 a Bosto c’erano gli olivi e che a Oltrona vi era un prete, perciò una chiesa» osserva Cassani. Altre prove storiche portate alla luce dal presidente de “Il Sarisc” confermano questa tesi. «Se aggiungiamo che nella necropoli di Oltrona, che dista cinquecento metri dal frantoio sul torrente Tinella, sono state trovate bottiglie per il trasporto dell’olio attribuibili al primo o secondo secolo dopo Cristo, oggi conservate al museo archeologico di Cambridge – afferma Cassani – abbiamo la certificazione della coltivazione di olio nel nostro territorio in epoca celtico romana». Quello che veniva prodotto a Oltrona al Lago era il migliore di tutta Italia. Le bottiglie furono rinvenute nel 1872 nella necropoli di Oltrona al Lago dall’archeologo Walter K. Foster, uno dei ricercatori che all’epoca erano attivi negli scavi dell’isola Virginia.