Chi doveva convincere la Whirlpool a cambiare idea?

Il commento di Matteo Fontana

Esattamente un anno fa, dalle colonne di questo giornale, avevamo scritto che il futuro della Whirlpool non era di serie B. Era il momento dove le incertezze prevalevano sulle certezze, dopo che la multinazionale americana, erede della varesina Ignis, stava presentando il nuovo piano industriale dopo l’acquisizione del marchio italiano Indesit. Passato un anno, possiamo riaffermare senza ombra di dubbio che il futuro e anche il presente di Whirlpool non sono di serie B, perché l’azienda

ha scelto l’Italia e la Lombardia e anche Varese, purtroppo però soltanto sul lato, pur importantissimo, della produzione e della ricerca e sviluppo che restano saldi, speriamo, a Cassinetta di Biandronno. La testa dell’azienda passerà a Milano; vero a due passi dalla provincia di Varese, ma lontana da quella che noi abbiamo sempre considerato la sua capitale, ovvero Comerio, scelta dal cumenda Giovanni Borghi, per lavorarci e per viverci con la sua famiglia. Questa scelta ci induce a porci un’altra domanda che questa volta non riguarda Whirlpool ma direttamente il nostro territorio, inteso non soltanto come sistema produttivo ma come entità sociale, in cui ci sta dentro tutto. Il futuro della provincia di Varese è destinato ad essere di serie B? Una risposta che dobbiamo dare tutti noi che questo territorio lo amiamo e lo viviamo e che non dobbiamo delegare ad altri, soprattutto ai politici. I commenti che hanno rilasciato in questi giorni, diciamocelo in tutta franchezza, non hanno brillato particolarmente per lungimiranza, condizionati dall’essere in maggioranza o all’opposizione nelle varie istituzioni. Ci vuole ben altro per mantenere in serie A il territorio della provincia di Varese; del resto, Whirlpool già l’anno scorso aveva indicato nel proprio piano industriale che lasciare lo stabilimento di Comerio era qualcosa più di un’opzione. Ma cos’è stato fatto in questi ultimi dodici mesi per cercare di far cambiare idea alla multinazionale? Ci sembra molto poco, ad eccezione del tentativo del sindaco del piccolo Comune Silvio Aimetti, peraltro inascoltato dall’azienda. Speriamo almeno che adesso ci risparmino l’immagine dello stabilimento di Comerio tipo cattedrale del deserto, che tra qualche anno, se non si farà nulla, inizierà anche a cadere a pezzi per l’incuria; ci sono purtroppo esempi di questo tipo sul nostro territorio. Il caso Finmeccanica, che ha portato il centro decisionale di AgustaWestland e di Aermacchi addirittura a Roma, lasciando in provincia di Varese la produzione, ci insegna che non è necessario che testa e braccia operative per funzionare bene, debbano risiedere nello stesso territorio. Ma nel lungo periodo, magari tra qualche decennio, siamo così sicuri che anche il sito produttivo di Whirlpool sia saldo in provincia di Varese?Per scongiurare scenari simili è meglio mettersi a lavorare subito, per difendere e consolidare l’attrattività del nostro territorio. Ciascuno faccia la sua parte, perché il futuro della provincia di Varese non sia di serie B.