È incinta e pesta la famiglia

Valbossa - La ragazzina, 18 anni e al sesto mese di gravidanza, denunciata dai parenti dopo mesi di violenze

– Picchia madre, padre e sorella maggiore: la figlia violenta allontanata dall’abitazione di famiglia e affidata ad una comunità di recupero. La ragazzina, perchè di ragazzina si tratta, ha 18 anni ed incinta: sesto mese di gravidanza. Il fatto è accaduto in uno dei comuni della Valbossa.
Il provvedimento di allontanamento dalla casa famigliare è stato chiesto dal pubblico ministero di Varese al termine degli accertamenti eseguiti dai carabinieri della stazione di Azzate. Secondo quanto accertato dagli inquirenti quelli vissuti dai familiari della diciottenne sono stati mesi da incubo. La ragazzina avrebbe sempre avuto un carattere ribelle. Voleva vivere a modo suo e ogni regola imposta dai genitori le era stretta. Una ribellione estremamente violenta.

La giovane ha più volte minacciato di morte e picchiato sia i genitori che la sorella maggiore che ha sempre cercato di farla ragionare in qualche modo. Un copione sempre uguale: prima c’erano le grida, poi gli insulti e le minacce infine arrivavano le percosse. Spintoni, strattoni, schiaffi. Scenate con suppellettili rotte. Per i familiari la vita è diventata un incubo. La ragazzina voleva uscire, voleva stare lontana da casa per giorni senza dire dove andasse o con chi fosse,

voleva vivere a modo suo, ma potendo contare sui soldi dei genitori.
E del resto questo suo girovagare per farsi i fatti propri aveva costi che lei, disoccupata, non poteva sostenere. La diciottenne non faceva nulla: non studiava, non lavorava, non dava una mano in casa e terrorizzava la propria famiglia. La situazione non è migliorata quando la giovane è rimasta incinta. Anzi. Forse le cose sono precipitate ulteriormente. Nonostante la gravidanza la ragazza voleva continuare a vivere a modo suo. E nonostante la gravidanza il suo comportamento violento è andato avanti. Senza che nessuno osasse ribellarsi, in virtù, soprattutto, di quella vita che cresceva dentro alla diciottenne. I carabinieri, più volte, hanno eseguito interventi su richiesta dei familiari. Dopo le minacce e le botte, quando la paura diventava insopportabile, padre, madre e sorella si rivolgevano al 112. Sino a quando la situazione non è diventata insostenibile. E a quel punto i genitori della ragazza hanno fatto un passo coraggioso e doloroso. Come possiamo aiutarla? Devono essersi chiesti. Mettendola davanti alla sue responsabilità. Se amore e accoglienza non erano state sufficienti bisognava rivolgersi all’autorità giudiziaria.

E per la diciottenne picchiatrice è arrivato il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare. Dovrà rispondere del comportamento tenuto, dovrà rispondere dell’accusa di maltrattamenti, forse dovuti a continue richieste di denaro. Dovrà diventare una persona diversa perchè in grembo porta un figlio. E certo se questo accadrà al termine del suo percorso la sua famiglia sarà pronta a riaccogliere lei e il suo piccolo.