«Famiglia Amoroso, siamo qui per aiutarvi. Ma nel rispetto delle regole»

Filippo Cardaci, assessore servizi sociali Malnate, risponde con questa lettera all’articolo apparso ieri su La Provincia

Fare – e utilizzo questo verbo di proposito – servizi sociali non significa dare case ed elargire soldi. O, meglio, significa molto altro. Fare servizi sociali significa costruire percorsi di autonomia per chi si trova in difficoltà, per i più vari motivi (economici, di salute, etc.). E’ un lavoro che deve essere fatto assieme, con la persona che è in difficoltà e gli assistenti sociali, i quali, almeno per quel che riguarda Malnate, anche attraverso una fitta rete di validi servizi,

con competenza, passione e tanta fatica, cercano di costruire percorsi individualizzati per arrivare a risolvere, o almeno alleviare, le difficoltà e le sofferenze delle persone che bussano alle porte del Comune.
Proprio ieri, il 25 maggio, su “La Provincia” è apparsa la storia della famiglia Amoroso, che i servizi sociali ed io personalmente conosciamo da tempo.
Emanuele Amoroso e sua moglie ci hanno chiesto, ora anche pubblicamente, di restare in una casa dove per legge non possono restare, una casa che oggi la famiglia occupa senza titolo.
Per l’Amministrazione Comunale sarebbe stato facile “chiudere un occhio”, temporeggiare (si sa, sotto elezioni meglio non sollevare polveroni!), forse avrebbe pure potuto, come pubblicamente richiesto dal sig. Amoroso, “spendere una buona parola”: così non sarebbe uscito nessun articolo “scomodo” sui giornali locali; non ci sarebbero stati il solito sciacallaggio mediatico e il consueto pietismo da bar; non ci sarebbe stata questa noiosa lettera; e i signori Amoroso sarebbero rimasti in quella casa, contro la legge, ma per il quieto vivere di tutti.
Ebbene – e forse qualcuno si stupirà – finché sarò sarò assessore ai servizi sociali, questo non accadrà: mi prenderò la responsabilità di rispondere alle legittime domande dei giornalisti e dei cittadini, leggerò e ascolterò le parole, talvolta anche offensive, di tutti, e, senza aver paura delle elezioni alle porte e per il senso di responsabilità nei confronti della mia comunità che mi onoro di amministrare con la Giunta tutta, chiederò di rispettare la legge, anche a costo di passare notti insonni a scrivere e a pensare soluzioni (e lettere). Perché non è per il quieto vivere che faccio l’assessore, ma per la responsabilità che ho nei confronti dei cittadini malnatesi.
E proprio perché i servizi sociali hanno il compito di costruire percorsi di autonomia, alla famiglia Amoroso, le assistenti sociali ed io abbiamo chiesto di rispettare le regole, perché – è forse banale dirlo, ma importante ricordarlo sempre – la legalità deve reggere ogni singola azione del fare amministrativo.
E, accanto alla richiesta di rispetto delle regole, su cui non si transige, abbiamo anche proposto e propongo ancora, anche pubblicamente, di fare insieme alla famiglia Amoroso un percorso per uscire, il prima possibile, dalla situazione di estrema difficoltà in cui obiettivamente si trova.
Abbiamo proposto e nuovamente proponiamo di aiutarli concretamente nel pagamento delle spese iniziali per affittare in regola un alloggio (caparra, allaccio utenze, etc.) e, per un anno, nei canoni di locazione, per poi arrivare a formulare una regolare domanda di accesso per gli alloggi popolari durante il prossimo bando, avvertendoli che se l’alloggio illegittimamente oggi occupato non sarà spontaneamente rilasciato, sempre in base alla legge regionale sugli alloggi ERP, non potranno accedere ad alcun bando per i prossimi 5 anni. Sono richieste e proposte, finora inascoltate, che facciamo da quasi un anno alla famiglia e che però sono ancora valide.
A Emanuele Amoroso e a sua moglie, con i quali spesso ho discusso animatamente e condiviso anche le difficoltà, chiedo ancora una volta di voler ascoltare e accogliere le proposte che l’amministrazione comunale da mesi e mesi fa.
Ora mi rivolgo direttamente a voi, famiglia Amoroso, perché di voi voglio occuparmi e non di chi vorrà o ha voluto strumentalizzare la vicenda: i servizi sociali, come sempre, ci sono e sono pronti, quando e se lo vorrete, ad aiutarvi. Solo una cosa non potete chiedermi: di non rispettare le regole, perché solo con queste possiamo costruire insieme una vita più giusta per voi e per tutta Malnate.