Il carretto della discordia

Cosa ci fa un portantino per bare in mezzo a una rotonda a Malnate? Solo pubblicità. Ma la città insorge

A Malnate qualcuno l’ha già ribattezzata la “rotonda della morte”, qualcun altro ironicamente ha già ipotizzato lo slogan che si può far accompagnare al monumento e cioè “Benvenuti a Malnate, la città dove si vive a lungo”. Il monumento della discordia è la rotonda davanti all’officina meccanica Manzato, lungo la Briantea all’altezza dell’incrocio con via Settembrini, sulla quale da qualche ora (ma a breve potrebbe essere rimossa) compare un carrello cimiteriale, un vecchio portantino usato per trasportare le bare all’interno del cimitero.

Il carrello non è passato inosservato agli automobilisti malnatesi, molti dei quali sono rimasti sbalorditi dalla presenza del singolare oggetto. Tra chi ha preferito appellarsi al più tradizionale scongiuro, c’è anche chi, invece, ha protestato con grande intensità.
«Quell’attrezzo – dice Isidoro Fornoni, rappresentante di Malnate Futura – deve essere rimosso al più presto. Non è tollerabile che su una strada lungo la quale si sono verificati anche incidenti mortali compaia un carrello per il trasporto delle bare. Non è una questione di fare gli scongiuri, è soprattutto un problema di buongusto. E’ una scelta macabra: che immagine diamo all’ingresso del paese?».

La rotonda in questione è gestita dal punto di vista pubblicitario dalle Onoranze Funebri Lucchetta, nota azienda del settore, che ha avuto in concessione lo spazio per fare pubblicità.
A Malnate la questione si è trasformata in un caso clamoroso che ha sbalordito per la sua portata anche la titolare dell’azienda: «Volevamo – spiega Adelaide Lucchetta – mettere un richiamo della nostra attività. Abbiamo visto che avevamo questo vecchio carretto cimiteriale e ci sembrava una cosa tranquilla e invece questa situazione ha creato il panico».

Lucchetta è incredula: «Nonostante la morte sia una presenza quotidiana – insiste – la gente al minimo richiamo, impazzisce. A questo punto per vie di tutte le pressioni immediate e inattese che abbiamo ricevuto, abbiamo deciso di rimuoverlo anche se resta inteso che non si aveva alcuna intenzione di urtare la sensibilità di nessuno».
«Visto che si fa riferimento ai morti della Briantea – insiste la donna – allora mi chiedo come mai dopo ogni incidente la strade vengono addobbate con fuori, foto, croci e oggetti funerari di ogni genere facendo diventare la strada un autentico santuario. Anzi oserei aggiungere: una rotonda cosi strutturata invece di essere un richiamo ai morti non potrebbe essere un monito per diventare più prudente per evitare i tantissimi morti sulle nostre strade? Al telegiornale ho visto addirittura una rotonda con una lapide del cimitero con le foto di due persone morte. Siamo davvero noi così fuori luogo?».