Malnate o Csi? Lotta ai cani “sporcaccioni” col test del Dna

La novità. Presto un’anagrafe degli animali di affezione per individuare gli incivili

“Csi Malnate”. Il Comune, infatti, è pronto ad agire con accertamenti sul Dna dei cani nella lotta contro le deiezioni canine. Una novità assoluta, da seguire con grande attenzione. Non è chiaro quanto potrà costare un progetto del genere al Comune. «Procederemo – dice l’assessore – in collaborazione con il Servizio Veterinario della Provincia di Varese che doterà il personale di polizia locale di due lettori di microchip, che verranno utilizzati dai nostri agenti per controlli a campione al fine di verificare la registrazione dell’animale all’anagrafe canina. Ricordiamo che chi non ottempera a tale obbligo di legge è passibile di sanzione. Una volta aggiornata la banca dati per il territorio di Malnate, saremo in grado di definire il numero esatto di cani presenti nella nostra cittadina. Ad oggi ne risultano registrati circa 2100».

Contestualmente a questa prima fase, si sta studiando con l’azienda sanitaria locale o altro ente abilitato una collaborazione attraverso la sottoscrizione di una convenzione per effettuare il test del Dna, tramite prelievo di saliva, su tutti i cani di Malnate. Il test verrà eseguito da personale qualificato, senza alcun rischio per l’animale e senza alcun costo per il proprietario, in quanto l’onere economico dell’esame sarà a totale carico dell’Amministrazione, nell’ambito di un accordo con la Società affidataria dei Servizi di Igiene Urbana.

Il cittadino possessore di cane avrà un ragionevole periodo di tempo, stimato in 6-8 mesi, per far effettuare il test al proprio animale. Trascorso tale periodo, il cittadino inadempiente incorrerà in un’apposita sanzione. «Ho già dato mandato al nostro segretario generale – spiega il sindaco – affinché venga predisposta una bozza del Nuovo Regolamento per la Tutela degli animali di affezione, che la Commissione Affari Istituzionali analizzerà e porterà al voto del consiglio comunale. Tale regolamento, darà chiari indirizzi sui diritti degli animali e sui doveri dei loro proprietari».

«Una volta completato l’iter – ha chiarito Riggi – la procedura prevede che l’operatore ecologico impegnato nella pulizia manuale, affiancato da un agente di polizia locale per la notifica, effettui il campionamento della deiezione abbandonata, e la invii al laboratorio incaricato per le analisi del Dna. Avuto l’esito del raffronto tra il campione e la banca dati, sarà possibile risalire all’animale e procedere a sanzionarne il proprietario».