Mamma e figlia sbranate dal cane: «Dopo tre anni voglio giustizia»

Comerio. I rallentamenti dovuti alla contestazione errata di un reato depenalizzato

«Dopo tre anni e mezzo di calvario non soltanto sotto il profilo sanitario ma anche sotto il profilo psicologico, forse riuscirò ad avere giustizia». Elisa Ballerio nell’ottobre 2013 fu azzannata, e con lei la sua bambina di soli 3 anni, da un cane corso che la proprietaria, presente ma immobile durante l’aggressione, non è riuscita a fermare.

Per comprendere la portata di quanto accadde quel pomeriggio a due passi dall’abitazione di Elisa va riassunto il percorso sanitario di mamma e figlia. Quattro mesi d’ospedale, una lunga degenza nel reparto di rianimazione, 10 operazioni di chirurgia plastica per la mamma, uscita dall’aggressione con la testa ridotta ad un cranio, tre operazioni per la bimba a cui l’animale ha quasi staccato un orecchio a morsi. «Ci avrebbe uccise – dice Elisa – se non fosse intervenuto il nostro vicino di casa. Ci ha salvato la vita».

Con il percorso sanitario per Elisa, naturalmente, è iniziato anche il percorso giudiziario. «La proprietaria del cane – precisa il legale di Ballerio, l’avvocato Marco Natola – la controparte, diciamo, non si è mai messa in contatto con noi offrendo un qualche tipo di risarcimento. Il nulla più assoluto».

La procura, per contro, è stata invece teatro di un disguido che ha rallentato il percorso giudiziario per l’accaduto. Il pubblico ministero Annalisa Palomba, che inizialmente si era occupata del caso, «ha contestato un reato, cioè malgoverno di animali, depenalizzato – spiega Natola – Per un disguido, appunto, non è stato contestato invece il reato che si evidenza semplicemente guardando le fotografie della mia assistita e di sua figlia subito dopo l’aggressione: ovvero quello di lesioni».

Essendo il reato di malgoverno di animale depenalizzato il fascicolo è andato in automatico verso l’archiviazione. «Ce ne siamo accorti in tempo e lo stesso ufficio del pubblico ministero si è opposto al provvedimento. Il fascicolo è quindi tornato al procuratore Daniela Borgonovo che ha dato un efficace impulso alle indagini. I reati contestati sono esatti, adesso – spiega Natola – le lesioni sono oggetto di discussione in seno all’ufficio del giudice di pace. Il fascicolo è già stato assegnato e il magistrato assegnatario ha fatto un lavoro eccellente in fase di indagine. A breve dovrebbe essere fissata la data dell’udienza». Elisa commenta: «A quasi tre anni e mezzo arriveremo ad un processo. Tutto ciò che chiediamo è avere giustizia. Sia io che i miei figli stiamo ancora affrontando i traumi psicologici di quell’aggressione».