Non c’è limite all’incubo dei miasmi. Spunta la richiesta per bruciare gli inerti

Nuovo allarme in zona industriale a Gavirate. E gli Amici della Terra scrivono al sindaco e al presidente della Provincia

Non c’è un attimo di tregua per i cittadini di Gavirate e Bardello residenti nei pressi della zona industriale gaviratese. Dopo le segnalazioni di nuovi miasmi di catrame e plastica bruciata dei giorni scorsi, il comitato dei cittadini e l’associazione ambientalista varesina Amici della Terra portano alla luce un altro problema che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione dell’aria.

In una lettera indirizzata al sindaco di Gavirate e per conoscenza al presidente della Provincia di Varese , , presidente di Amici della Terra sottolinea che «un’azienda situata nella zona industriale di Gavirate ha chiesto una modifica di un impianto per il trattamento dei rifiuti inerti». Una nuova doccia fredda per i cittadini che hanno raccolto più di 500 firme per dire basta ai cattivi odori in arrivo dalla zona industriale. I “nasi” volontari entreranno in azione a gennaio e saranno attivi fino alla fine di marzo, facendo delle rilevazioni ad orari e giorni prestabiliti e annotandole sull’apposito questionario fornito dai tecnici di Arpa.

«Ci dispiace molto – prosegue Bortoluzzi – e chiediamo in proposito spiegazioni del fatto che pur essendoci noi interessati all’inquinamento probabilmente scaturito dalla zona industriale di Gavirate, noi non siamo stati finora invitati a partecipare agli incontri in Provincia, finalizzati alla richiesta dell’azienda». L’associazione ambientalista varesina chiede al Comune di Gavirate di poter partecipare «come previsto dalla legge – spiega nella lettera il presidente di Amici della Terra – ai lavori che saranno svolti per consentire alla ditta che ha sede nel territorio del Comune di Gavirate di modificare il proprio impianto».

I cittadini mettono in evidenza che il trattamento dei rifiuti inerti, oltre a generare problemi di puzze, comporta anche un aumento del traffico pesante legato al loro trasporto, che già adesso, soprattutto nel centro di Bardello, rappresenta un problema molto sentito dalla popolazione residente. «I problemi che la popolazione avrà e che noi vorremmo evidenziare riguardano l’aumento del traffico autoveicolare per recare i rifiuti inerti, come anche il controllo del materiale da trattare nel nuovo impianto e il monitoraggio dello stesso» continua Bortoluzzi, che chiede anche di poter partecipare subito ai lavori in Provincia, ovvero l’ente competente in questi casi.