«Sul palco del Valley rivive il nostro sogno»

A tu per tu con Max Casacci a 36 ore dal debutto del tour dei Subsonica al festival di Albizzate

Il countdown è iniziato. Tra circa 36 ore prenderà il via la quattordicesima edizione dell’attesissimo Albizzate Valley Festival. Si parte, quindi, giovedì e sul palco del Parco La Fornace apriranno l’edizione 2016 del festival i Subsonica. La data del 7 luglio si aggiunge al tour che vedrà il gruppo esibirsi nelle arene e nei festival estivi italiani per festeggiare i vent’anni della loro carriera. Il tour estivo si chiama, infatti, Subsonica [1996-2016] , un modo per ricordare da quanti anni e con quanta dedizione , , , il e ci fanno sudare con la birra in mano ed ingoiare la polvere del parterre.
In questi vent’anni di attività i Subsonica, nati a Torino, sono riusciti ad affezionare un pubblico sempre più ampio e trasversale, innovando e ridisegnando i confini della musica italiana.

La band dei Subsonica al completo

La band dei Subsonica al completo

(Foto by Varese Press)

Dagli esordi con il primo album omonimo, passando per i dischi di culto come “Microchip emozionale”, “Amorematico”, “Terrestre” per arrivare all’ultimo “Una nave in una foresta”, pubblicato nel 2014, i fan potranno rivivere tutto il percorso che ha portato il rock elettronico del gruppo di Samuel e Boosta dai centri sociali al palco di Sanremo fino a scalare le classifiche mainstream italiane. Alcuni componenti della band torinese, in realtà, hanno già calcato il palco del Valley con i Motel Connection nell’edizione del 2013. A rispondere alle nostre domande è , chitarrista, produttore e fondatore dei Subsonica.

Festival come quello albizzatese nascono in modo spontaneo e sono frutto del duro lavoro delle tante persone, volontarie, che lo organizzano. Per molti giovani è un’occasione per accedere ad esperienze culturali importanti. Di solito, i live all’interno di festival di questo tipo lasciano sempre un’emozione particolare e sono quei festival che, a distanza di anni, ricordi con piacere e che ti lasciano il sorriso sulle labbra. Poi, vedremo cosa accade quando saremo lì. Oltretutto, proprio con i Subsonica ci siamo già esibiti nel Varesotto. Ricordo molto bene il Nautilus: abbiamo fatto dei concerti molto divertenti in quel posto.

Entriamo nel clou dei festeggiamenti che celebrano i nostri vent’anni di carriera e attività come band. Ovviamente siamo felici ed euforici per questo traguardo raggiunto, considerando anche il fatto che siamo tra i gruppi italiani più longevi. Siamo secondi sul “podio” dopo i Pooh. Durante il tour abbiamo sempre iniziato i live con i brani del nuovo album “Una nave in una foresta”, con alcune variazioni in alcune date particolari. Ad Albizzate, invece, la data rappresenterà la nostra cronistoria: la scaletta sarà in ordine cronologico e ripercorrerà passo passo tutte le fasi. Dal 1997 in poi, con due o tre pezzi ad album.

A quel tempo non c’era nulla di previsto e prevedibile. Abbiamo iniziato questa esperienza prendendola sostanzialmente come un esperimento. Ci siamo da subito applicati affinché questo progetto diventasse economicamente sostenibile: sognavamo di vivere di musica e ci siamo riusciti. La nostra idea, per raggiungere l’obiettivo, era quella di poter fare più live possibili. Una scelta che, direi, si è rivelata lungimirante, visto che i dischi oggi non si vendono più.

I Subsonica durante un concerto

I Subsonica durante un concerto

(Foto by Varese Press)

Non c’è una formula magica, lo si fa e basta. Ognuno di noi si dedica ad altri progetti: Samuel e Boosta presenteranno a breve un album da solisti, io ho altri progetti aperti. È normale che sia così. Poi, quando ci ritroviamo, ognuno porta all’interno del gruppo il proprio bagaglio di esperienze. È proprio questo il cuore pulsante della nostra band, ciò che dà linfa nuova e vitale al gruppo. Quando abbiamo iniziato dedicavamo al progetto dei Subsonica 14 ore al giorno. Oggi, proprio grazie ai numerosi progetti che ognuno di noi segue autonomamente, non possiamo più permetterci di farlo. E non lo dico con rimpianto. Anzi, sono belle soddisfazioni e stimoli nuovi per tutti noi.

Non c’è ancora nulla in cantiere. Come sempre, ci chiuderemo nel nostro eremo in campagna, isolati dal mondo, ritagliandoci il tempo necessario per concentraci, comporre il nuovo disco e scrivere i testi, senza la distrazione dei cellulari.