Un infarto si porta via “il Cajo”. L’anima silenziosa della musica

Andrea Cajelli stroncato a 41 anni. Brezzi: «Una passione diventata vita»

Andrea Cajelli non c’è più. La notizia è arrivata ieri pomeriggio, come un pugno nello stomaco che ha colpito tutti quanti conoscevano Andrea. Anzi, “il Cajo” come amici e conoscenti erano soliti chiamarlo. Aveva 41 anni. A portarselo via così, all’improvviso e prematuramente, è stato un infarto che l’ha colpito a casa dei suoi genitori a Varano Borghi, dove stava da una decina di giorni dopo una caduta che lo costringeva a muoversi con le stampelle.

Non è solo Varese e il Varesotto a piangerlo. Perché il Cajo era speciale e soprattutto, nonostante il carattere riservato, era una vera potenza nel panorama musicale italiano: tanti grandi nomi della scena indipendente sono passati da “La Sauna”, lo studio di registrazione che dirigeva a Varano. Dente, per esempio. Ma anche Il Triangolo, Thegiornalisti, gli Shakers e Marina Rei tanto per citarne soltanto alcuni tra i più noti.
In attesa del funerale di oggi pomeriggio,

che si terrà alle 14.30 a Varano Borghi, abbiamo voluto che a ricordarlo fosse uno dei suoi amici più stretti: Francesco Brezzi, uno dei titolari del Twiggy di Varese e fondatore della Ghost Records, etichetta indipendente che a “La Sauna” ha sempre trovato il suo approdo naturale. «Sono sconvolto, faccio veramente molta fatica a credere che sia successo – dice Brezzi con la voce rotta dall’emozione – Abbiamo la stessa età, abbiamo fatto le stesse scuole, abbiamo sempre condiviso la passione per la musica. Il Twiggy l’abbiamo fatto nascere insieme, basti pensare che fu il papà di Andrea a costruire il palco di legno del locale mentre lui si è occupato dell’impianto audio».

E ancora, quando proprio il Cajo mise insieme tutti i musicisti per “Ghost Town: 13 Songs from the Lake County”, la prima produzione del progetto Ghost Records con il meglio della scena rock della città giardino.
«Era un ragazzo schivo, di un’umiltà quasi eccessiva rispetto alle sue straordinarie capacità – ricorda Brezzi – Sarebbe un oltraggio non onorarlo. Ha fatto tanto per me ma soprattutto per tutta la musica indipendente italiana e non solo». Ed è proprio per questo, annuncia ancora Brezzi, che la serata del prossimo 16 marzo al Teatro del Popolo di Gallarate per celebrare i primi 15 anni della Ghost Records «sarà interamente dedicata a lui. perché senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile».
Oggi, dunque, l’addio. Troppo in fretta, troppo all’improvviso. Ma lo spirito del Cajo tra quei mixer, tra quei cavi e tra le note di chi l’ha conosciuto, siamo certi che non morirà mai.