Un’altra accoglienza è possibile. Il modello Comerio premia Shoag

È il secondo migrante a trovare un lavoro, lasciando il comune

Il lavoro è probabilmente, al pari dell’apprendimento della lingua italiana, il mezzo con cui si possono davvero integrare nel nostro tessuto sociale i migranti richiedenti asilo ospiti anche sul territorio della provincia di Varese. Dopo Joynal qualche mese fa, uno dei profughi ospiti nel particolare progetto di accoglienza messo in campo dal Comune di Comerio e in particolare del sindaco , il quale ha messo a disposizione un appartamento di sua proprietà, adesso è toccato a Shoag ricevere una proposta di lavoro. Joynal ha lasciato qualche mese fa la casa comeriese dove era ospite, perché ha trovato un lavoro regolare in un cantiere navale a Mestre; nei prossimi giorni, a fare lo stesso passo sarà un altro ragazzo proveniente dall’Africa, Shoag, che ieri mattina è stato ricevuto in municipio dal primo cittadino. Per il giovane migranti, è pronto un contratto di lavoro stagionale a Rimini.

«Dopo un anno e mezzo di permanenza a Comerio – commenta Aimetti – durante il quale ha potuto studiare l’italiano e contribuire alla vita della nostra comunità effettuando lavori socialmente utili, Shoag adesso può provare ad entrare nel mercato del lavoro e contribuire con le proprie tasse alla crescita del nostro Paese». Avendo trovato un’occupazione, come ricorda il primo cittadino, «sia Joynal che Shoag non riceveranno più alcun tipo di sostegno pubblico».

Questa è la strada da seguire per l’integrazione secondo il “modello” comeriese voluto dal sindaco; un progetto unico e particolare che prevede parallelamente all’accoglienza di profughi anche l’organizzazione, da parte del Comune stesso, di progetti di inserimento lavorativo per cittadini comeriesi in difficoltà.

Progetti che proseguiranno e che sono finanziati con i soldi dell’affitto dell’appartamento da parte della cooperativa che il primo cittadino ha voluto destinare a questo scopo.

Sono finora un paio i comeriesi che hanno potuto usufruire di questa possibilità. «Le parole di ringraziamento e speranza per il proprio futuro che Shoag ha pronunciato sono per me una conferma della validità dei progetti di accoglienza diffusa che si sono attivati in diversi Comuni della provincia di Varese» dichiara Aimetti, che nel “modello” comeriese è riuscito a coinvolgere diverse realtà.

«È per me doveroso ringraziare il personale della cooperativa “Lotta contro l’emarginazione” che ha gestito il progetto di accoglienza e tutte le altre parti che si sono impegnate per rendere il progetto efficace, ovvero le scuole del paese, la parrocchia e la Chiesa luterana» conclude il sindaco di Comerio.