Villa Porro Pirelli andrà all’asta. «È l’unico modo per salvarla»

Il mutuo scoperto da parte del privato porta al pignoramento. Si lotta per salvarne l’uso pubblico

Villa Porro Pirelli andrà all’asta. La decisione è stata comunicata in sede di consiglio comunale. In pratica si è concordato che, per evitare il pignoramento, sarà lo stesso Comune, proprietario della villa, a mettere all’asta l’immobile.

«L’obiettivo – spiega Marco Cavallin – è quello di ricavare quanto necessario per chiudere il contenzioso con la banca, e di contrattare con l’acquirente il mantenimento delle condizioni che permettono un uso pubblico di alcuni spazi del complesso e del parco».

La vicenda è maturata tra la fine degli Anni 90 e i primi anni del Duemila, quando venne costituita una società che doveva procedere al rilancio della villa, restaurandola e trasformandola in un resort di lusso e mettendola a reddito in una gamma turistica medio alta. L’allora amministrazione comunale aveva sostenuto l’operazione mettendo l’immobile stesso a garanzia del prestito di 6 milioni e mezzo di euro contratto dalla società con Bnl.

Un progetto forse troppo ambizioso, un piano finanziario troppo ottimistico e la crisi del mercato turistico, avevano mandato in fumo l’operazione. La società, in fallimento, non ha pagato le rate del mutuo e ora la banca si rivale sulla villa per rientrare dell’importante “scoperto”. Sino al 20 dicembre scorso era aperta una trattativa poi bruscamente interrotta da Bnl che aveva ottenuto il pignoramento della villa settecentesca.

Tra la fine degli Anni 90 e il 2004 un massiccio intervento di restauro – finanziato per ben 6,5 milioni di euro da BNL – pretese di far diventare la vecchia villa, ex casa di riposo donata al Comune dalla Fondazione Pirelli nel 1990, una struttura alberghiera di alto livello, gestita da un socio privato dalla cui attività sarebbero dovute scaturire le risorse per il pagamento del mutuo. Il progetto però si è rivelato velleitario e non in grado di consentire al privato di pagare le rate del grosso mutuo,

rimasto in sostanza non rimborsato. La decisione del Comune di mettere all’asta la storica villa mira a mantenere aperte al pubblico almeno alcune parti della dimora, giardino compreso, in modo da arginare la perdita che colpirà la collettività. La villa è un vero e proprio gioiello. E la storia che racconta parte nel 1504 con Tommaso Porro, luogotenente di Guido Sforza, figlio illegittimo di Francesco Sforza. Tra i discendenti bisogna ricordare il conte Gian Pietro. Già presidente della “Commissione Centrale di Beneficenza”, pianifica in soli dieci giorni ed organizza il primo istituto bancario pubblico, la “Cassa di Risparmio della Lombardia”, della quale è presidente, dal 1839 in poi.