Assolto Pierfrancesco Buchi

Il presidente del comitato luinese della Croce Rossa Italiana era indagato per acquisti non regolari effettuati da società di parenti e altri due capi d’accusa. Per il gup il fatto non sussiste, l’assoluzione è con formula piena

LUINO – Assolto Pierfrancesco Buchi, presidente del comitato luinese della Croce Rossa Italiana. Il gup Anna Giorgetti si è pronunciata nel primo pomeriggio di oggi: il fatto non sussiste, l’assoluzione è con formula piena. La notizia che Buchi fosse indagato con altre 10 persone era emersa nel giugno 2015 al termine di un’indagine condotta dalla guardia di finanza di Luino e coordinata dal pubblico ministero Massimo Politi. Tre in particolare erano gli ambiti di indagine sui quali la procura si era concentrata.

Acquisti non regolari effettuati presso due società di parenti del presidente; una serie di trasporti privati nei confronti di parenti di volontari che invece di essere addebitati ai privati sono stati addebitati in sostanza alle finanze pubbliche; e infine alcuni dipendenti, uno in particolare, che invece di andare a lavorare, timbrava, ma si faceva i fatti i suoi. Sono 11 gli indagati. I reati a vario titolo e complessivamente sono abuso d’ufficio, falsità in atto pubblico, truffa ai danni dello stato. L’indagine è stata appena chiusa. Il 99% delle accuse ipotizzate a carico di Buchi erano cadute immediatamente: per quei capi di imputazione il pubblico ministero non aveva chiesto alcun rinviuo a giudizio. A carico del presidente, che non ha mai perso la fiducia dei suoi volontari (è stato rieletto qualche mese fa con il 98% dei voti) dei vertici regionali e nazionali di Cri (in più occasioni l’ente Croce Rossa Italiana aveva espresso la sua totale fiducia nei confronti dell’operato di Buchi al quale veniva espressa solidarietà e vicinanza) era rimasta in piedi la sola accusa di abuso d’ufficio. Ieri lo stesso pubblico ministero Sara Arduini ha chiesto l’assoluzione per il presidente non sussistendo alcun elemento probatorio a carico di Buchi. Che, assistito dall’avvocato Giorgio De Vincenti, è stato completamente assolto. Ironia della sorte: i due dipendenti Cri che lo avevano denunciato, invece, rischiano il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa. Secondo l’accusa la coppia di dipendente potrebbe essersi resa protagonista del trucchetto del cartellino timbrato salvo poi andare a fare altro.