Dal capannone dei disperati e del lavoro nero: evasione da oltre un milione

Germignaga - L’operazione di controllo delle Fiamme Gialle è stata avviata nel novembre del 2014, durante la piena del Margorabbia

Dal capannone dei disperati spunta anche un’evasione fiscale da un milione 400 mila euro. Era il novembre del 2014 quando la storia ebbe inizio. Il nord della provincia finì sott’acqua e il Margorabbia allagò un capannone a Germignaga sede di un’impresa edile intestata a un foggiano di 48 anni. I vigili del fuoco intervennero e scoprirono una realtà assurda:12 italiani, 3 rumeni, un polacco e uno svizzero vivevano in quel capannone ed ogni giorno andavano a lavorare nei cantieri in Svizzera.

Intervennero i militari della guardia di finanza di Luino che conclusi gli accertamenti anche dal punto di vista fiscale facendo emergere che la società, amministrata di fatto da P.V. di anni 49, avrebbe evaso il fisco; in particolare, non ha provveduto alla presentazione della dichiarazione dei redditi dall’anno 2013 al 2014 ed ha presentato una dichiarazione infedele per gli anni 2011 e 2012, omettendo così di dichiarare sia i redditi prodotti in Italia che quelli prodotti in Svizzera sulla base della normativa sulle C.F.C., finalizzata proprio a contrastare le pratiche elusive volte al trasferimento di base imponibile verso Paesi con regime fiscale privilegiato.L’esame della voluminosa documentazione fiscale rinvenuta nella sede di fatto di Germignaga e l’esito delle indagini bancarie eseguite dai Finanzieri hanno permesso di constatare elementi positivi di reddito sottratti a tassazione per un importo di circa 1.400.000 € e IVA dovuta all’Erario per un importo pari ad 180.000 euro. L’impresa era attiva nelle costruzioni di edifici residenziali e controllava una propria succursale, che dipende giuridicamente dalla sede principale.Tale attività, in corso da tempo, ha permesso di individuare una società di capitali italiana che svolgeva la sua opera lavorativa in Svizzera, mediante la succursale controllata, impiegando manodopera e mezzi direttamente dall’Italia. Il lavoro d’intelligence ha trovato ulteriormente conferma quando, nel mese di novembre 2014, il capannone della società in Italia è stato inondato dalle acque del fiume Margorabbia ed i Finanzieri hanno acquisito tutta la copiosa documentazione, al fine di evitare che venisse distrutta o occultata, ed hanno rilevato i beni mobili ivi presenti riconducibili alla società operante nel campo dell’edilizia. Sono al vaglio delle Fiamme Gialle le procedure volte all’applicazione delle misure per l’aggressione patrimoniale di beni immobili e del patrimonio illecito al fine di garantire le pretese erariali. L’operazione conclusa dalla Guardia di Finanza si inserisce nel costante contrasto alle forme illecite più gravi e maggiormente lesive per l’Erario in materia di evasione fiscale internazionale, dove l’analisi di rischio, l’utilizzo delle banche dati, l’intelligence e la cooperazione internazionale risultano essere strumenti di assoluta importanza per l’individuazione degli obiettivi operativi e la ricostruzione dei flussi finanziari verso l’estero. n 
S. Car.